Un 2016 speciale per le bollicine 958 Santero
Grande soddisfazione per la vendemmia di quest'anno
«Qualcuno ha parlato di vendemmia a cinque stelle, io dico che questa del 2015 è stata una vendemmia che di stelle ne ha non 5, ma ben 958» con una battuta Gianfranco Santero commenta la straordinaria qualità delle uve che ha caratterizzato la raccolta di quest’anno.
Nello stabilimento di Santo Stefano Belbo in provincia di Cuneo in queste settimane sono stati centinaia i vignaioli che hanno conferito le loro uve, soprattutto moscato e barbera, alla Cantina 958 Santero. Per la stragrande maggioranza i grappoli sono stati vendemmiati a mano. Gesti antichi che fanno la differenza. Nel centro di raccolta e pigiatura esperti cantinieri hanno diretto le operazioni di scarico e pigiatura dei grappoli.«Poi il mosto è passato alle lavorazioni di cantina attraverso le nostre nuove autoclavi e tutte i macchinari di tecnologia enologica di ultima generazione che abbiamo a disposizione» ha commentato Santero.
E tra gli esponenti della famiglia di industriali spumantieri che, come tutti gli anni, hanno seguito da vicino le operazioni vendemmiali, c’era anche Adelio Santero, classe 1933. «Quando vedi l’uva luccicare sotto i raggi del sole è il segno che è sana e di qualità eccezionale. Poi pasta prenderla in mano e assaggiarne un acino per capire che siamo davanti ad un’annata speciale» il suo commento all’annata 2016. Ora non resta che attendere l’imbottigliamento dei grandi vini 958 Santero, dall’Asti docg al Brachetto d’Acqui docg a tutte le declinazioni delle bollicine che portano la firma della maison santostefanese.
Quest’anno, inoltre, non mancheranno le novità come il 958 Santero Moscato Ice e il 958 Santero Acqui Dry, tipologie che prendono spunto dalle uve moscato e brachetto per essere spumantizzate nella versione non dolce. «Un’innovazione che ha ottime prospettive di gradimento sul mercato» ha annotato Gianfranco Santero. SANTO STEFANO BELBO
Nello stabilimento di Santo Stefano Belbo in provincia di Cuneo in queste settimane sono stati centinaia i vignaioli che hanno conferito le loro uve, soprattutto moscato e barbera, alla Cantina 958 Santero. Per la stragrande maggioranza i grappoli sono stati vendemmiati a mano. Gesti antichi che fanno la differenza. Nel centro di raccolta e pigiatura esperti cantinieri hanno diretto le operazioni di scarico e pigiatura dei grappoli.«Poi il mosto è passato alle lavorazioni di cantina attraverso le nostre nuove autoclavi e tutte i macchinari di tecnologia enologica di ultima generazione che abbiamo a disposizione» ha commentato Santero.
E tra gli esponenti della famiglia di industriali spumantieri che, come tutti gli anni, hanno seguito da vicino le operazioni vendemmiali, c’era anche Adelio Santero, classe 1933. «Quando vedi l’uva luccicare sotto i raggi del sole è il segno che è sana e di qualità eccezionale. Poi pasta prenderla in mano e assaggiarne un acino per capire che siamo davanti ad un’annata speciale» il suo commento all’annata 2016. Ora non resta che attendere l’imbottigliamento dei grandi vini 958 Santero, dall’Asti docg al Brachetto d’Acqui docg a tutte le declinazioni delle bollicine che portano la firma della maison santostefanese.
Quest’anno, inoltre, non mancheranno le novità come il 958 Santero Moscato Ice e il 958 Santero Acqui Dry, tipologie che prendono spunto dalle uve moscato e brachetto per essere spumantizzate nella versione non dolce. «Un’innovazione che ha ottime prospettive di gradimento sul mercato» ha annotato Gianfranco Santero. SANTO STEFANO BELBO