Sale la tensione sul Psr: sempre di più le aziende escluse dai finanziamenti
Confagricoltura Cuneo rincara la dose: “C’è un mare di risorse che non si sa navigare”Sale la tensione sul Psr. Confagricoltura Cuneo torna a manifestare il suo disappunto per quanto sta succedendo con il Piano di sviluppo rurale, che continua a manifestarsi inadatto a svolgere la funzione di stimolo alla crescita delle imprese e alla competitività del settore primario. Già nelle settimane scorse e ancora di recente, Confagricoltura Cuneo aveva denunciato l’inadeguatezza degli stanziamenti per le misure degli insediamenti dei giovani agricoltori e degli investimenti aziendali. Dopo la pubblicazione delle graduatorie relative alle misure agroambientali, la situazione, se possibile, è andata ulteriormente a peggiorare manifestandosi in tutta la sua drammaticità.
“La pubblicazione delle graduatorie relative ai bandi del Piano di Sviluppo Rurale per le misure di miglioramento aziendale, insediamento giovani e ora anche le agroambientali – dice il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia – conferma i timori che avevamo espresso fin dal momento dell’impostazione del nuovo Psr: sono troppe le aziende escluse dai finanziamenti. La dotazione finanziaria ancora una volta si rivela insufficiente e tante, troppe aziende che hanno presentato domanda sono escluse”.
Analizzando le graduatorie, Confagricoltura rileva che per quanto riguarda le misure agro-climatiche ambientali (finalizzate a migliori tecniche di lavorazione, più rispettose dell’ambiente e del microclima) – la misura 10.1.1 (produzione integrata) vede su 2.517 domande presentate soltanto 610 finanziate; le escluse sono 1.907 pari al 75,8%. Un’altra misura fortemente penalizzata è la 10.3.3 (agricoltura conservativa), che vede il 71,7% di domande escluse. La gestione sostenibile dei pascoli (10.1.9) esclude dal beneficio il 60,2% dei richiedenti.
“Non si dica che mancano i soldi – aggiunge il direttore di Confagricoltura Cuneo, Roberto Abellonio -. Il Psr 2014/2020 ha previsto per il Piemonte una dotazione finanziaria complessiva pari a oltre 1 miliardo di euro. Decisamente tanti per un’agricoltura che ha tremendamente bisogno di innovarsi per competere sui mercati. Il problema è che questo mare di risorse bisogna saperlo navigare bene. E oggi mancano timonieri capaci e capitani coraggiosi per intraprendere la giusta rotta. Oltre a penalizzare le imprese si sta limitando fortemente il ricorso all’innovazione, impedendo agli agricoltori di fornire un contributo importante all’intera società, frenando un processo virtuoso di crescita sostenibile nel rispetto dell’ambiente”.
CUNEO