ALBA - L'Asti-Cuneo apre ventidue anni dopo la gara d'appalto, Marello diserta l'inaugurazione: "Una farsa"

L'ex sindaco di Alba annuncia la sua assenza e attacca: "La concessionaria finisce l'opera senza aprire il portafogli, con la compiacenza della politica nazionale e regionale"

Maurizio Marello

a.d. 24/12/2025 06:58

L’autostrada della vergogna”. Sono eloquenti le parole scelte da Maurizio Marello per annunciare tramite i suoi social la sua assenza alla cerimonia inaugurale dell’Asti-Cuneo in programma lunedì 29 dicembre. Sindaco di Alba dal 2009 al 2019, consigliere regionale per il PD nel primo quinquennio della presidenza Cirio, Marello nel suo post ripercorre la telenovela che ha portato all’agognata apertura dell’autostrada (l’effettiva apertura al traffico sarà il giorno dopo quella che Marello stesso definisce “farsa inaugurale”): “Dopo ventisei anni dal primo affidamento, ventidue anni dalla gara di appalto e dopo che questa autostrada doveva essere ultimata nel 2011 come da contratto, c’è poco da inaugurare o festeggiare”.  “Dico subito - scrive Marello - che saremo felici di percorrere, sia pure a caro prezzo, questi 90 chilometri o poco più, con tanto di free flow per pagare (ne avremo fatto volentieri a meno). Un po’ meno felici di pagare un pedaggio molto salato. Molto perplessi nel constatare che la società Asti-Cuneo, alias Gruppo Gavio di Tortona - che dal 2007 incassa i pedaggi e che doveva ultimare l’autostrada a proprie spese - grazie alla compiacenza della politica nazionale e regionale, finisce l’opera (con vari meccanismi finanziari e di appalto, vedi cross-financing con la Torino-Milano) sostanzialmente senza aprire il portafoglio, o quantomeno aprendolo poco poco”.  “Questa è l’Italia. - prosegue laconico l’ex sindaco di Alba - Un paese che invece di gestire la rete autostradale in proprio l’ha data in appalto. Con lauti guadagni dei concessionari che neppure facevano la manutenzione (vedi ponte di Genova). Dopo trent’anni otterremo (in modalità cantiere) l’autostrada della vergogna. È triste pensare che questa vicenda sia accaduta nella nostra amata terra”.