CUNEO - L'Inps replica ai falsi necrologi appesi da CasaPound: 'Attacco scandaloso, non ci faremo intimidire'

Il comunicato dell'istituto dopo la protesta fuori dalle sedi territoriali: 'Fin dall'inizio dell'emergenza Covid ci siamo riorganizzati per far fronte alle enormi necessità'

Redazione 09/07/2020 11:51

Questa mattina, nell’ingresso di molte sedi territoriali dell’Inps sono apparsi dei falsi necrologi che riportano nomi, date e motivazioni del decesso di persone inesistenti con l’evidente scopo di danneggiare l’immagine dell’Istituto, intimidire i lavoratori, con la conseguenza di sollevare risentimenti ingiustificati da parte degli utenti. Si tratta di un atto vandalico che non solo danneggia l’immagine dell’Istituto e dei suoi lavoratori, ma costituisce un gesto di disprezzo verso le Istituzioni tutte”. Inizia così il comunicato stampa diffuso ieri sera, mercoledì 8 luglio, dall’Inps. Il riferimento è ai falsi necrologi affissi fuori dalle sedi territoriali dell’ente (anche in provincia di Cuneo) e rivendicati da CasaPound.
 
Riteniamo scandaloso - si legge nella nota - questo attacco alla principale istituzione italiana a tutela del welfare nazionale. L’Inps fin dall’inizio dell’emergenza Covid-19 si è riorganizzato per far fronte alle enormi necessità determinate dalle decisioni del Governo e del Parlamento che hanno introdotto nuove prestazioni a sostegno delle famiglie, dei lavoratori e delle imprese. Nel contempo i lavoratori dell’Istituto hanno garantito, in un contesto economico e sociale molto complesso, anche il regolare pagamento delle prestazioni ordinarie nella consapevolezza di rappresentare una risorsa essenziale per milioni di persone in difficoltà”. 
 
Una presa di posizione dura, quella dell’istituto, nei confronti della protesta di CasaPound: “L’Inps con i suoi dipendenti non si lascerà intimidire e continuerà a lavorare nei prossimi mesi con la massima energia ed impegno per garantire i servizi e servire il Paese. In ogni caso, l’Inps tutelerà la propria immagine e la sicurezza dei propri dipendenti in tutte le sedi necessarie, comprese quelle giudiziarie”.
 

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