GRINZANE CAVOUR - La rivincita di Mario Roggero: “La raccolta fondi va benissimo, l’Italia ha fatto quadrato”

Donazioni anche dall’estero, alcune a tre zeri. Ma il gioielliere non ci sta: “Dai giudici uno schiaffo alla mia famiglia, devo risarcire i parenti di due delinquenti”

Andrea Cascioli 04/01/2024 16:35

Del processo non parla più, dopo la girandola di commenti - anche politici, come quelli del ministro Matteo Salvini - seguita alla sentenza del mese scorso. Non è una sua scelta, precisa Mario Roggero: “Abbiamo inserito dei nuovi avvocati nella difesa, un gruppo milanese: dovremmo incontrarci la prossima settimana. Mi hanno proibito nel modo più assoluto di rilasciare qualsiasi dichiarazione”.
 
È saltato perfino l’appuntamento televisivo che aveva fissato con Mario Giordano a Fuori dal Coro, dove era già stato ospite subito dopo la condanna. Diciassette anni di carcere: un ergastolo virtuale, per un uomo che compirà settant’anni il prossimo maggio. Ma a preoccuparlo non sembra essere l’eventualità di finire dietro le sbarre - per quello bisognerà attendere la sentenza definitiva, e vista l’età potrebbe sperare in una misura alternativa. Il suo vero cruccio è la sanzione pecuniaria, di cui aveva parlato già durante le dichiarazioni a processo, suscitando lo sdegno del pubblico ministero e delle parti civili.
 
Lui all’indomani della sentenza di primo grado ha lanciato una raccolta fondi e i risultati, dice, sono entusiasmanti: “Non voglio divulgare la cifra esatta, ma la raccolta va oltre le più rosee previsioni”. Ha risposto all’appello tantissima gente, dall’Italia ma anche dall’estero: dalla Romania, dalla Svizzera, dalla Francia. “Una cosa che non avrei immaginato” commenta Roggero: “Siamo rimasti sconcertati, spulciando cinquanta pagine di estratti conto. Ci sono centinaia e centinaia di persone che nemmeno conosco, c’è chi ha fatto la fila in banca per mettere qualche euro e chi ha donato più di cinquemila euro. Ha fatto quadrato tutta Italia e non solo”. Oltre alle donazioni, poi, c’è tanta solidarietà: “C’era gente che telefonava piangendo. Un operaio di Taranto ha detto a mia moglie che non si identifica più nel popolo italiano, da Torino ha chiamato un’altra persona durante il suo turno in fabbrica perché voleva sfogarsi di fronte a questa situazione”.
 
La sentenza ha disposto il pagamento di 480mila euro di provvisionali alle famiglie dei due rapinatori inseguiti e uccisi dal gioielliere due anni fa, Giuseppe Mazzarino e Andrea Spinelli, più una piccola somma (diecimila euro) al “palo” della banda Alessandro Modica, l’unico superstite della sparatoria, oggi in carcere. “La cosa peggiore che potessero farmi è stata quella” ammette il gioielliere di Grinzane: “Oltre ai 300mila euro che avevo regalato, con mille sacrifici, i giudici ne hanno imposti altri 480mila, più le spese degli avvocati” (il versamento dei 300mila euro a processo in corso è stato comunque conteggiato a titolo di acconto, ndr). Quella “stangata” proprio non gli va giù: “È vomitevole, è stato uno schiaffo alla mia famiglia: lo sapevano che quei soldi non ce li ho”. Il tutto, rimarca, per risarcire “le famiglie di due delinquenti”. E se non dovesse farcela? “Sul negozio non si possono rivalere, sono da sempre in affitto e già da anni è stata costituita una società di cui ho solo una quota. Per tutto il resto bisogna vedere, non è che abbia grandi proprietà: né case in montagna né al mare, vivo una vita morigerata e dignitosa”.

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