SOMMARIVA DEL BOSCO - Cinquanta mucche uccise dal sorgo: una raccolta fondi per sostenere l'azienda agricola

I fatti ieri, domenica 7 agosto, a Sommariva Bosco. Gli animali dell'allevatore Giacomino Olivero sono deceduti nel giro di pochi minuti

Redazione 08/08/2022 13:25

Cinquanta mucche morte nel giro di pochi minuti, probabilmente intossicate da un cereale che avevano mangiato. È successo ieri, domenica 7 agosto, a Sommariva Bosco, nell’azienda agricola di Giacomino Olivero, 58 anni, allevatore di bovini di Razza Piemontese. Il campo in cui le mucche sono decedute, una dopo l’altra, era coltivato a sorgo, un cereale resistente alla siccità: come detto, è probabilmente questo ad averle uccise. Sul posto sono intervenuti il veterinario aziendale e quello dell'Asl CN2, oltre ai Carabinieri Forestali e a colleghi, parenti e amici dell’allevatore. 
 
Il sindaco Marco Pedussia, il vice sindaco Cinzia Agnese Spagnolo, il consigliere delegato all'Agricoltura Emilio Busso, in collaborazione con l'associazionismo allevatoriale del mondo piemontese, hanno organizzato una raccolta fondi per sostenere l’azienda agricola di Giacomino Olivero. Questo l’IBAN sul quale effettuare il versamento: IT70L0306909606100000115303. Causale: "Donazione famiglia Olivero per danni ai capi di bestiame”.
 
“Esprimiamo la nostra massima solidarietà all’allevatore Giacomino Olivero – ha commentato Enrico Nada, Presidente di Coldiretti Cuneo – come organizzazione ci stiamo muovendo per contribuire a coordinare le iniziative di solidarietà all’azienda agricola”. “Dal punto di vista professionale – sottolineano i Tecnici di Coldiretti Cuneo – prima di giungere a considerazioni affrettate consigliamo di attendere i risultati delle analisi svolte da Istituto Zooprofilattico e ASL CN2 specialmente per fornire eventuali indicazioni utili ad altri allevatori prima”.
 
“È un danno molto importante per l’azienda – aggiunge Fabiano Porcu, Direttore di Coldiretti Cuneo – aspettiamo si faccia chiarezza su cosa sia effettivamente accaduto. È inutile creare allarmismi che non aiutano l’azienda agricola in questione e rischiano ulteriormente di abbattersi sul comparto zootecnico già duramente provato da rincari e costi di produzione”.
 

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