CUNEO - ''A che titolo il sindaco sta nella Fondazione dell'Ospedale di Cuneo?''

Secondo l'associazione Di Piazza in Piazza la presenza di Borgna è ''incongrua''. Riceviamo e pubblichiamo

Redazione 25/01/2021 18:28

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta inviata dall'associazione 'Di Piazza in Piazza' nei giorni scorsi ai consiglieri comunali.
 
Cari consiglieri comunali,
con la scelta della localizzazione dell’ospedale nuovo di Cuneo voi siete chiamati a prendere una delle più cruciali decisioni del vostro mandato, le cui conseguenze si produrranno in un avvenire ben più lungo del mandato stesso, ormai prossimo a scadere.
 
Non si può negare che, con la costituzione della Fondazione per l’ospedale nuovo, si è innescato un crescente interesse per il tema della sua collocazione nell’ambito territoriale comunale, accelerato dalla recente presentazione (a cura della Fondazione stessa) di uno studio preliminare tendente ad illustrare le soluzioni possibili a seconda del sito individuato: attuale S. Croce o Carle.
 
Fin qui tutto bene, si tratta di un’iniziativa portata avanti da una istituzione privata (la Fondazione), costituita da portatori di interessi economici, finanziari, professionali, immobiliari che hanno tutto il diritto di farlo utilizzando risorse proprie e per propri obiettivi, che non sono necessariamente quelli dei cittadini.
 
Quello che ci pare incongruo è che in quella fondazione ci stia il sindaco, e non si capisce bene a quale titolo. Se lo fa a titolo privato la cosa appare quanto meno poco opportuna; se lo fa in quanto sindaco, la cosa appare molto inopportuna, in quanto come tale, sia pure pro tempore e per un ormai breve periodo, dovrebbe invece porsi come interlocutore esterno che rappresenta l’interesse pubblico prevalente dei cittadini.
 
Appare sempre più chiaramente come l’Amministrazione, che pur non aveva nel suo programma la costruzione di un ospedale nuovo, abbia maturato la scelta del sito Carle nel ristretto numero della Fondazione, delle commissioni e della maggioranza consiliare, dimenticando il detto “la guerra è cosa troppo seria per lasciarla fare ai militari”, così facendo ha imposto una soluzione a chi dovrà poi subirne le conseguenze.
 
Se il dibattito è sceso in città è per merito dell’impegno di chi ha lavorato per dimostrare concretamente - all’interno del Consiglio comunale e nel dibattito pubblico sui media cittadini - l’esistenza di un’alternativa possibile e valida che va ben oltre “gli assiomi tecnici” e che tiene in considerazione elementi di valutazione importanti per i cittadini ben più di presunti “legami affettivi” con il S. Croce.
 
Vi chiediamo pertanto la scelta coraggiosa di sospendere ogni decisione, di tenere fede ad un vostro impegno per informazione ed ascolto generalizzati, di attivare poi un formale iter di consultazione dei cittadini.
 
È nelle vostre competenze farlo!
Vi auguriamo un buon lavoro per il bene della città.
 
Associazione Di Piazza in Piazza

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