CUNEO - A Cuneo aumentano le richieste alla Caritas

Donne e uomini, persone anziane e giovani, straniere e italiane: la povertà tocca tutti e non risparmia la zona del Cuneese

Micol Maccario 31/12/2022 08:19

Stiamo vivendo un periodo di crisi continue. Prima la pandemia, poi le conseguenze della pandemia. In seguito, la guerra in Ucraina, nel cuore dell’Europa, con tutti gli effetti visibili ogni giorno. Le ripercussioni non si limitano al piano umanitario, ma incidono anche sul tenore di vita delle persone e sulle condizioni sociali e finanziarie.
 
“La nuova emergenza socioeconomica che stiamo vivendo colpisce un Paese come l’Italia, che già prima della pandemia e della guerra in Ucraina faceva registrare valori record di povertà ed esclusione sociale” si legge nel “Rapporto 2022 su povertà ed esclusione sociale in Italia” pubblicato dalla Caritas. Il numero dei poveri assoluti a livello nazionale è in crescita dallo scoppio della crisi finanziaria globale del 2008. “Durante tale periodo di crisi l’incidenza della povertà è aumentata di più proprio tra quei gruppi sociali e demografici che maggiormente avevano subito gli effetti delle crisi precedenti: le famiglie con figli minori, i lavoratori a termine, le donne, gli immigrati” si afferma nel report.
 
Il quadro riferito al 2021 non mostra una situazione positiva. “La quota dei nuovi poveri, seppur in leggero calo rispetto al 2020, rimane comunque consistente: tra gli assistiti Caritas, il 42,3% ha fatto il primo accesso nei nostri circuiti proprio nel corso del 2021”. Si è notato inoltre un aumento delle persone in carico da 1-2 anni, che passa dal 17,7% al 22,1%, “dato che può essere interpretato come una mancata ripresa da parte di chi ha sperimentato gli effetti socio-economici della crisi pandemica”.
 
La povertà aumenta anche nel Cuneese
 
“A seguito della pandemia con la fine del 2021 e l’inizio del 2022 si stava gradualmente uscendo da una situazione di forte difficoltà. La guerra in Ucraina e la crisi energetica hanno però creato ulteriori problemi” dice Enrico Manassero, direttore della Caritas diocesana, in riferimento alla zona di Cuneo. “Il 60% delle persone incontrate nei centri di ascolto nel 2021 e il 74% di quelle entrate nel primo semestre del 2022 ha problemi di lavoro” aggiunge. Non si tratta quindi di mancanza di lavoro, ma di un lavoro precario o non dignitoso. Si parla di contratti da apprendista seguiti dal licenziamento e poi riassunzione di nuovi apprendisti, di una paga oraria molto bassa, nessuna copertura previdenziale, orari irrisori che non permettono di avere un vero e proprio stipendio.
 
C’è poi un grave problema collegato alla casa, ma il direttore della Caritas sostiene che non sia una novità. Ci sono molte case vuote e, al contempo, un numero elevato di persone che cercano un’abitazione. “In particolare, le persone straniere fanno fatica ad affittare anche a fronte di una possibilità concreta di pagare l’affitto”. Collegata a questa tematica c’è la questione dei dormitori, che “sono sempre pieni, sia in estate che in inverno” spiega Manassero. “Su Cuneo abbiamo un dormitorio comunale gestito dalla Croce Rossa con 30-32 posti letto in inverno e 50 posti in estate. A questo si aggiunge il dormitorio di Caritas Claudio Massa e la Città dei Ragazzi, che insieme mettono a disposizione 16 posti”. La questione si ripercuote anche sulla mensa, dove “in estate si servono fino a 90-95 pasti a cena, mentre in inverno i numeri si stabilizzano intorno alle 40 unità”.
 
La situazione è diventata ulteriormente critica con l’avanzare dell’emergenza energetica, basti pensare che solo il costo del pellet è aumentato del 200% nell’ultimo periodo. La maggior parte delle richieste che arrivano alla Caritas riguardano i costi relativi alle utenze e alle spese condominiali. A Cuneo il 28% delle richieste al Centro Diocesano è legato alle utenze domestiche, nelle parrocchie cuneesi “questo riguarda il 78% delle persone. A Fossano invece è il 75% ad aver avuto bisogno di un sostegno economico nelle spese per le bollette e l’affitto”.
 
La povertà è diffusa e tocca differenti tipi di persone. Si rivolgono alla Caritas famiglie con minori in difficoltà economica, persone sole anziane o giovani, con o senza casa, sia stranieri che italiani, sia uomini che donne (anche se i primi sono più numerosi). L’unico elemento in comune è il titolo di studio che, afferma Manassero, “è quasi sempre basso”. A Fossano il 38% delle persone ha la licenza media, il 16% il diploma di scuola superiore e il 19% ha frequentato la scuola elementare. Per Cuneo, invece, al Centro diocesano il 44% delle persone ha la licenza media, il 19% un diploma e il 4% ha completato solo la scuola primaria. Nelle parrocchie e al Centro Diocesano ci sono il 3-4% di laureati, quasi sempre stranieri. L’analisi della Caritas rileva che solitamente, sia a Fossano che a Cuneo, tra coloro che chiedono un sostegno gli stranieri sono in proporzione più istruiti degli italiani. “Non di rado hanno diploma di scuola superiore, purtroppo non riconosciuto in Italia e hanno voglia di continuare e regolarizzare il loro corso di studi, quando gliene viene data la possibilità”.
 
Manassero sottolinea che sono in aumento le persone che per la prima volta si rivolgono alla Caritas, in particolare le famiglie, sia i più giovani che gli over 40. La povertà è sempre più diffusa, non ha un volto, non è identificabile. La Caritas diocesana di Cuneo sta mettendo in atto una serie di interventi straordinari per far fronte a queste situazioni, in particolare con due iniziative. “Cara bolletta” è un fondo destinato nello specifico alla copertura delle spese energetiche grazie a una donazione di 20mila euro delle Suore Orsoline. “Famiglia e welfare” è un progetto finanziato da Fondazione CRC e Fondazione San Martino a sostegno delle famiglie e piccole imprese in difficoltà a causa del Covid e a favore della copertura dei rincari energetici.
 
L’obiettivo futuro è quello di avviare un magazzino centrale per la distribuzione coordinata di viveri, l’avvio di un emporio cittadino e di botteghe della solidarietà locali. Si intende inoltre ampliare la mensa e il luogo in cui si cucina. Ma non da soli, dice Manassero, “in rete” per essere “di supporto al territorio”, per uscire insieme da questo periodo buio.
 

Notizie interessanti:

Vedi altro