CUNEO - A Cuneo la fine del Ramadan è stata 'a porte aperte' con cena e visite alla moschea

Oltre cinquecento persone hanno risposto all'appello della comunità islamica cuneese a partecipare al pasto serale che interrompe il digiuno del mese sacro

s.m. 02/06/2019 00:27

Oltre cinquecento persone hanno partecipato all’Iftar, il tradizionale pasto serale che interrompe il digiuno del mese sacro del Ramadan. Nella serata di ieri, sabato primo giugno, lungo il marciapiede di corso Gramsci, dove al civico 34 ha sede il Centro Culturale Islamico di Cuneo, sono state posizionate panche e sedie di modo da permettere ai partecipanti di consumare la cena a base di cuscus offerta dai musulmani. L’iniziativa ‘Ramadan a porte aperte’, volta a far conoscere gli aspetti meno noti dell’Islam era rivolta ai cuneesi di ogni religione, che hanno risposto numerosi all’appello. Prima dell’ora del tramonto (21.07) , quando una preghiera ha dato il via al convivio, gli ospiti hanno potuto visitare la moschea approfondendo aspetti noti e meno noti della comunità islamica cuneese.

La serata, nata per promuovere il dialogo e la condivisione tra le culture, ha visto la partecipazione, tra gli altri, della vicesindaco del Comune di Cuneo Patrizia Manassero: “L’identità delle nostre comunità va difesa, ma mai contrapposta - ha detto l’ex senatrice -. La conoscenza e il dialogo sono essenziali per evitare radicalismi e contrapposizioni”.

Don Bruno Mondino, in rappresentanza del vescovo di Cuneo, è intervenuto dal palco invitato dagli organizzatori: “Dall’albero si riconoscono i frutti: questo Ramdan è stato qualcosa di positivo per i fedeli musulmani che lo hanno vissuto, ma anche per noi. Non preoccupiamoci della zizzania, ma di coltivare il bene che c’è nel mondo”.

Valerio Graffino, del quartiere Donatello, ha detto: “Vorrei sottolineare la parola ‘incontro’ perché è quella che noi stiamo cercando di portare avanti”. Piero Berardo, presidente del Comitato di Quartiere Gramsci: “Siamo contenti di avervi con noi, speriamo di trovare sempre più partecipazione”. “Abramo ci ha insegnato l’accoglienza e il condividere il cibo con chi si ha intorno, facciamo tesoro delle sue parole” ha chiuso Gigi Garelli, presidente dell’associazione Orizzonti di Pace.

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