CUNEO - A Cuneo preoccupa lo “stato di salute” dello Stura: “Puliamo l’alveo a Ronchi”

In Consiglio comunale si è discusso del problema dopo un’interpellanza di Crescere Insieme. L’assessore Demichelis: “Meglio lavorare sulla difesa spondale”

Andrea Cascioli 30/09/2022 19:48

Impossibile affrontare l’argomento in questi giorni senza pensare a quanto accaduto durante la tremenda alluvione delle Marche, con 11 vittime tra cui il piccolo Mattia Luconi di 8 anni. Eppure, precisa il consigliere cuneese Elio Beccaria, “quando preparavo l'interpellanza non avevo ancora contezza di quanto stesse succedendo”.
 
Insieme ai due colleghi di Crescere Insieme (Mario Di Vico e Luca Paschiero), Beccaria ha portato all’attenzione dell’ultimo Consiglio comunale la questione della pulizia degli alvei fluviali. Con particolare riguardo allo Stura dove, ricorda l’ex presidente del comitato di quartiere dei Ronchi, “dopo la confluenza del Gesso il fiume s’ingrossa e presenta zone critiche. Dieci anni fa a Ronchi abbiamo avuto un problema di esondazione, di notte sentivamo i massi portati via dal fiume”. L’amministrazione dell’epoca affrontò il problema con un intervento da 600 mila euro per la costruzione di cinque “pennelli” e una scogliera in direzione dell’abitato. Intervento che, ricorda Beccaria, affrontò non pochi problemi in fase di realizzazione. Dopo i sopralluoghi della Finanza si scoprì infatti che i pennelli erano stati riempiti di ciottoli, sabbia e materiali di risulta anziché di massi ciclopici, come avrebbe dovuto essere. Per questo nel 2019 era stato condannato il rappresentante della Icop srl, azienda calabrese che era subentrata di fatto all’impresa vincitrice dell’appalto e il cui ex titolare sarebbe stato condannato a sua volta per associazione mafiosa.
 
Ricordando gli avvenimenti di un decennio fa, Beccaria ha invitato l’amministrazione ad approfittare della siccità estrema verificatasi quest’anno per intervenire sull’alveo del fiume: “Possiamo pulirlo in questo momento, avremmo un duplice vantaggio con l’utilizzo del legname per il riscaldamento. Ricordiamo poi che sulle sponde di questo tratto sono adagiati due canali irrigui che coprono centinaia di giornate agricole nelle zone di Roata Chiusani e nel Centallese: nel tempo ci sono stati problemi anche qui”. Il leghista Valter Bongiovanni, residente a Bombonina, ha rilanciato la proposta del collega: “Da un po’ di anni non si è più fatto nulla, nel frattempo si sono create nuove isole nell’alveo che dalla parte di Bombonina intaccano anche i campi. Il comune dovrebbe interessarsene”.
 
Articolata la risposta dell’assessore all’Ambiente Gianfranco Demichelis, il quale ha ricordato che l’intervento del 2012 avrebbe dovuto essere seguito da un altro lotto con lavori per 400 mila euro: “Si prevedeva un ulteriore intervento di disalveo ed era preventivato l’inserimento di scogliere all’interno dei pennelli: purtroppo per questi interventi non sono più stati reperiti finanziamenti”. Lo scorso anno, però, sono stati realizzati lavori per il ripristino del primo pennello con i fondi dedicati alla manutenzione delle difese spondali: “Quest’anno dovremmo intervenire invece sul Gesso”. Le risorse sono limitate, ma l’assessore non esclude una nuova valutazione sulla destinazione dei fondi per il 2023.
 
“Meglio intervenire sulla difesa spondale che sui disalvei, anche se avessimo più fondi a disposizione” aggiunge comunque Demichelis. Per quanto riguarda la vegetazione, in due occasioni all’anno viene effettuato un sezionamento dei grandi tronchi in collaborazione con la Protezione Civile, in modo che gli alberi nel letto non facciano da “tappo” sui ponti: “Bisogna anche dire che la vegetazione composta da arbusti o alberi di salice, con radici profonde, è utile per le difese spondali” e così pure le isole “che rallentano il corso delle acque”. Gli interventi più complessi, come la rimozione dei pioppi sulle isole, possono essere eseguiti solo con l’appoggio del servizio forestale della Regione, perché il comune non ha in dotazione macchinari adeguati. C’è anche la possibilità per i privati di rimuovere alberi a terra negli alvei e utilizzarli come legname: per questo, però, serve un permesso apposito che può essere richiesto al comune.

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