CUNEO - "A pagare il prezzo del ritardo nei pagamenti dell’ex ILVA anche aziende e artigiani cuneesi"

La parlamentare di Borgo San Dalmazzo Chiara Gribaudo prima firmataria di un'interrogazione rivolta al Ministro Giancarlo Giorgetti

02/05/2022 14:47

I parlamentari piemontesi e pugliesi del PD e la presidente della Commissione Attività produttive Martina Nardi hanno sottoscritto l’interrogazione di Chiara Gribaudo al Ministro per lo Sviluppo Economico il leghista Giancarlo Giorgetti sulla gestione del complesso siderurgico più grande d’Europa e i pagamenti arretrati dei fornitori.
 
Il problema è duplice perché manca una visione strategica sul piano manutenzioni, sul piano industriale, sul piano investimenti, sulla sicurezza degli impianti, sui livelli di produzione e sul ricorso agli ammortizzatori sociali. Inoltre, la gestione dei crediti delle imprese dell’indotto è particolarmente delicata per quanto riguarda la salvaguardia dei posti di lavoro nelle filiere della meccanica, carpenteria e impiantistica. Solo nella provincia di Cuneo si contano oltre 80 imprese colpite, senza contare gli stabilimenti piemontesi del gruppo di Novi Ligure e Racconigi”, dichiara in una nota la deputata dem Chiara Gribaudo, prima firmataria dell’interrogazione.
 
Al Sud Confindustria Taranto dichiara che tra le sue associate l’ammontare dei crediti raggiunge i 25 milioni di euro. Non basta l’azione del prefetto di Taranto che ha annunciato una nuova cabina di regia per monitorare i ritardi nei pagamenti dei fornitori attivandosi per lo smaltimento dei residui passivi con un primo stanziamento di 3,7 milioni di euro.
 
Una risposta parziale. Chiediamo al Ministro - conclude Gribaudo - di farci pervenire al più presto quali soluzioni intende adottare in merito al monitoraggio e smaltimento degli arretrati a carico del gruppo Acciaierie d’Italia, per quanto di sua competenza, al fine di garantire la sopravvivenza delle migliaia di imprese dell’indotto distribuite su tutto il territorio nazionale. Ci sono migliaia di piccole realtà artigianali e familiari che in questa fase economica molto difficile non possono attendere oltre il saldo dei propri crediti”.
 

c.s.

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