CUNEO - “Adesso tutti a reclamare infrastrutture, ma è necessaria un’azione corale”

L’appello di Paolo Chiarenza e Guido Giordana: “Lo strumento base propulsivo è la ricostituzione dell’ente Provincia, unico possibile interlocutore con Regione e Comuni”

02/10/2025 08:51

Riceviamo e pubblichiamo: Egregio direttore, adesso tutti sono a reclamare infrastrutture necessarie alla provincia di Cuneo. I transiti del colle di Tenda, della Valle Roya e del colle della Maddalena, il traforo Armo-Cantarana, le ferrovie Torino-Fossano-Cuneo, Cuneo-Ventimiglia e Cuneo-Savona, gli invasi, l’aeroporto Cuneo-Levaldigi. E come sempre è accaduto, ognuno va per conto suo, illudendosi che il proprio appello sarà recepito nelle alte sedi competenti. Le storie di questi grossi problemi, le denunce e le proteste di tanti anni passati non hanno insegnato niente. Assieme alle idee, agli studi e ai progetti, a monte è  imprescindibile una determinata volontà politica, che è il risultato di convergenza sugli obiettivi, di unità d’intenti, di coordinamento dei vari rappresentanti locali  per condividere le priorità, di autorevolezza per confrontarsi con Regione e governo nazionale. Ci si è mai domandato come, con chi, con quali strumenti può essere affrontato questo obbligato tortuoso percorso? Di questi tempi il governo e le sorti della provincia di Cuneo sono affidati a quattro “angeli custodi”  politici, quali il governatore Cirio,  il ministro Crosetto, l’on. Costa, il sen. Bergesio. Sono loro che congiuntamente devono riunire le forze politiche di centrodestra per avviarle sul percorso risolutivo. Sono loro che devono indicare chi deve assumere il ruolo di coordinatore e promotore dello sviluppo infrastrutturale del territorio. E bisogna convincersi che lo strumento base propulsivo è la ricostituzione dell’ente Provincia, unico possibile interlocutore di “area vasta” con Regione, Comuni, categorie produttive e aree confinanti della Liguria e della Francia. Sappiamo bene che la “rinascita” operativa e finanziaria della Provincia si scontra attualmente con le esigenze del Bilancio dello Stato. Ma le necessità del territorio, dal punto di vista sociale, economico e dei servizi non sono una priorità? Una azione corale e incisiva è necessaria da parte dell’intero schieramento di centrodestra cuneese che coinvolga anche quello regionale. Altrimenti cosa ci aspettiamo dalla Regione Piemonte? Nel sistema delle autonomie solo la Provincia può arginare il centralismo regionale (il peso politico del torinocentrismo), che spesso rivela  insensibilità, non conoscenza e lontananza dai problemi delle periferie provinciali. In più, un’altra considerazione. Cosa ci aspettiamo dalla Francia, Paese confinante?  Essa guarda la carta geografica dei suoi interessi da Nord, da Parigi, non da Sud come noi. E poi nei rapporti con l’Italia (provincia di Cuneo e regione Paca) i transalpini agiscono attraverso le istituzioni territoriali, che sono più forti delle nostre (vedi Prefetture, Dipartimento strade, Municipi). Noi non pensiamo neanche nelle riunioni a livello intergovernativo ad impegnare i nostri europarlamentari piemontesi. In definitiva: data certa, uomini politici e amministratori certi, esperti e tecnici certi (a proposito, chi sa che in quel di Cuneo abbiamo anche un membro del CNEL, il banchiere Ghisolfi?). Non è possibile convocarli per prendere finalmente insieme il treno per Cuneo? Paolo Chiarenza (ex consigliere provinciale), Guido Giordana (sindaco di Valdieri)

c.s.

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