CUNEO - Agricoltura sociale, Coldiretti Piemonte: 'Bene il decreto dopo quattro anni di attesa'

L’agricoltura diventa protagonista di un nuovo modello di welfare con progetti imprenditoriali dedicati esplicitamente ai soggetti più vulnerabili

23/06/2019 10:01

L’agricoltura diventa protagonista di un nuovo modello di welfare con progetti imprenditoriali dedicati esplicitamente ai soggetti più vulnerabili che devono fare i conti con la cronica carenza dei servizi alla persona soprattutto nelle aree rurali. E’ quanto afferma la Coldiretti nell’esprimere apprezzamento per l’attesa pubblicazione, sul sito del Ministero dell’Agricoltura, del decreto che definisce i requisiti minimi e le modalità previste all’articolo 2, comma 1, della legge 141/2015 sull’agricoltura sociale. Lungo tutta la Penisola, nelle aree rurali come in quelle periurbane ci sono migliaia di realtà molto diversificate che, dopo una attesa di quattro anni dalla legge, avranno un punto di riferimento per le proprie attività in ambito sociale. Il Decreto chiarisce che le aziende agricole in forma singola o associata e le cooperative sociali, il cui reddito da attività agricola debba essere superiore al 30% del totale, possono essere riconosciute come soggetti che erogano servizi di agricoltura sociale.
 
“Una svolta epocale - commentano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte e Bruno Rivarossa Delegato Confederale - con la quale si riconosce che nei prodotti e nei servizi offerti dall’agricoltura non c’è solo il loro valore intrinseco, ma anche un bene comune per la collettività fatto di tutela ambientale, di difesa della salute, di qualità della vita e di valorizzazione della persona. Agricoltura sociale, infatti, vuol dire parlare di produzioni e di economia creando valore economico da ridistribuire in valore sociale. In Piemonte ci sono più di 300 imprese di Campagna Amica impegnate in progetti di agricoltura sociale, oltre a numerose cooperative che danno possibilità lavorative a quella parte di popolazione svantaggiata e a rischio emarginazione. C’è chi si occupa di persone con problemi di dipendenza, oppure chi si dedica all’ortoterapia, all’ippoterapia e ad altre attività con disabili fisici e psichici di diversa gravità, ci sono realtà che seguono il reinserimento sociale oppure che puntano allo sviluppo di un’attività agricola volta al miglioramento del benessere e della socialità. L’agricoltura sociale, quindi, è la punta più avanzata della multifunzionalità che abbiamo fortemente sostenuto per avvicinare le imprese agricole ai cittadini”.

c.s.

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