CUNEO - Al Nord si lavora in media 255 giorni all’anno, al Sud appena 228

La ricerca dell'Ufficio studi della CGIA di Mestre: Cuneo penultima in Piemonte. La ragione di questa differenza? Lontana dai luoghi comuni

a.d. 12/05/2025 10:16

Al Nord si lavora in media 255 giorni all’anno, al Sud appena 228. Ogni anno i lavoratori delle regioni settentrionali timbrano il cartellino 27 giorni in più rispetto ai colleghi del Meridione. Il dato emerge da una ricerca pubblicata dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre (QUI la ricerca completa). Come si spiega questa differenza? La risposta non sta nel luogo comune del nord operoso contrapposto al sud dedito all’ozio. 
 
Al sud - si legge nel rapporto - si lavora meno per almeno due ragioni strettamente correlate: “La prima è dovuta a un’economia sommersa molto diffusa che nelle regioni meridionali ha una dimensione non riscontrabile nel resto del Paese che, statisticamente, non consente di conteggiare le ore lavorate irregolarmente. La seconda è imputabile a un mercato del lavoro che nel Mezzogiorno è caratterizzato da tanta precarietà, da una diffusa presenza di part time involontario, soprattutto nei servizi, da tanti stagionali occupati nel settore ricettivo e dell’agricoltura che abbassano di molto la media delle ore lavorate”.
 
Gli operai e gli impiegati con il maggior numero medio di giornate lavorate durante il 2023 sono stati quelli occupati nella provincia di Lecco (264,9 giorni). Seguono i dipendenti privati di Biella (264,3), Vicenza (263,5), Lodi, (263,3), Padova (263,1), Monza-Brianza (263), Treviso (262,7) e Bergamo (262,6). Cuneo è trentaduesima a livello nazionale con una media di 253,7 giornate lavorate (penultima in Piemonte, davanti solamente a Verbania). Le province dove i lavoratori sono stati meno in ufficio o in fabbrica durante il 2023 sono invece quelle di Foggia (213,5 giorni), Trapani (213,3), Rimini (212,5), Nuoro (205,2) e Vibo Valentia (193,3). La media italiana è stata pari a 246,1 giorni.
 
Nelle aree geografiche del Paese dove le ore lavorate sono più elevate, anche la produttività è maggiore e conseguentemente gli stipendi e i salari sono più pesanti. Se, come riporta la CGIA, al Nord la retribuzione media giornaliera nel 2023 era di 104 euro lordi, al Sud si è fermata a 77 euro (pari a un differenziale del 35 per cento).
 
Dall’analisi provinciale delle retribuzioni medie lorde pagate ai lavoratori dipendenti del settore privato emerge che, nel 2023, Milano è stata la realtà dove gli imprenditori hanno erogato gli stipendi medi più elevati: 34.343 euro. Seguono Monza-Brianza con 28.833 euro, Parma con 27.869 euro, Modena con 27.671 euro, Bologna con 27.603 euro e Reggio Emilia con 26.937 euro. Cuneo è trentunesima con stipendi medi di 24.153 euro, pari a una retribuzione lorda giornaliera di 95,22 euro (in Piemonte cifre più basse solo ad Asti e Verbania).  I lavoratori dipendenti più “poveri”, invece, si trovano a Trapani dove percepiscono una retribuzione media lorda annua pari a 14.854 euro, a Cosenza con 14.817 euro, a Nuoro con 14.676 euro. I più “sfortunati”, infine, lavorano a Vibo Valentia dove in un anno di lavoro hanno portato a casa solo 13.388 euro. La media italiana ammontava a fine 2023 a 23.662 euro.


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