CUNEO - Al Tribunale di Cuneo la giustizia marcia a pieno ritmo

Nel 2018 i procedimenti conclusi sono stati più di quelli avviati. Anche la durata media dei processi penali resta molto inferiore a quella nazionale

Andrea Cascioli 27/11/2019 17:54

 
Sarà vero, come dice il proverbio, che un albero caduto fa più rumore di una foresta che cresce? L’impressione è più che giustificata quando ci imbattiamo in clamorosi casi di malagiustizia: prescrizioni che suscitano indignazione, o processi che si trascinano per interi lustri prima di arrivare a sentenza.
 
Dietro a ciò che attira la - ben meritata - riprovazione della collettività, comunque, c’è un mondo di ‘ordinaria amministrazione’ della giustizia che lavora per riscattare l’immagine non sempre cristallina dei tribunali italiani. E che sovente ci riesce, perlomeno alle nostre latitudini: il Tribunale di Cuneo ha voluto ribadirlo presentando, primo fra tutti gli uffici giudiziari del Piemonte, il proprio ‘bilancio sociale’ per l’anno appena trascorso, messo a punto con il contributo fondamentale degli studenti del Campus di Management ed Economia della sede universitaria di Cuneo. Il bilancio sociale è “l’occasione di rinsaldare il patto sociale tra la cittadinanza e il servizio giustizia”, osserva il presidente del Tribunale Paolo Demarchi Albengo che ha voluto avviare questo primo tentativo di rendicontazione.
 
Dopo l’accorpamento con Saluzzo e Mondovì, la competenza territoriale del Tribunale comprende oggi l’intera provincia, esclusi il Braidese e l’Albese che sono stati inclusi nella giurisdizione di Asti. Il circondario di Cuneo si estende su quasi 5800 km quadrati e una popolazione di 415mila persone: il rapporto è di un giudice ogni 20781 cittadini, uno dei più bassi in Italia. Tra il Tribunale Penale in piazza Galimberti, la nuova sede del Tribunale Civile nella ex scuola Lattes e l’ufficio del giudice di pace in via Bassignano (ex scuola media 4), nel capoluogo della Granda lavorano all’amministrazione della giustizia 171 persone tra magistrati, funzionari, giudici onorari e personale esterno: l’organico è inferiore di ben 44 unità a quello che teoricamente dovrebbe trovarsi a disposizione dell’ente.
 
I numeri sull’attività svolta nell’ultimo anno sono comunque incoraggianti sia per il settore penale che per quello civile. Nel corso del 2018, infatti, in entrambe le aree i procedimenti ‘smaltiti’ dai giudici sono stati più di quelli sopraggiunti durante l’anno: per il ramo civile, si parla di 12438 processi giunti a sentenza contro i 12271 incominciati, con uno scarto positivo di 167 procedimenti.
 
Mancano purtroppo i dati sulla durata media del procedimento, che sono invece dettagliati nel penale. Qui un processo dura in media 571 giorni davanti al tribunale collegiale contro i circa 700 stimati a livello nazionale. Per il giudizio monocratico (cioè tutti i processi per i reati meno gravi), il tempo necessario per arrivare a sentenza è pari a 443 giorni in media: anche qui siamo al di sotto del dato italiano (540 giorni).
 
Nel collegiale il numero di procedimenti arrivati a sentenza nel 2018 è stato pari a quello dei processi avviati (41). In particolare, i giudici hanno pronunciato 20 verdetti di assoluzione, 13 condanne, 4 prescrizioni, 2 sentenze promiscue e un patteggiamento. Molto positivo il bilancio per i giudici monocratici: 1249 i processi sopravvenuti nel 2018 contro i 1558 conclusi. Sul totale, le prescrizioni sono state 59, mentre gli altri casi si sono conclusi con 674 assoluzioni, 488 condanne, 94 sentenze promiscue e 146 patteggiamenti. Presso i giudici per le indagini preliminari (gip) e i giudici per l’udienza preliminare (gup) sono stati avviati 3102 procedimenti verso persone note contro i 3108 conclusi, mentre nei confronti di ignoti i procedimenti sopravvenuti ammontano a 2713 e quelli esauriti a 2610.
 
Rimane il capitolo delle spese della giustizia pagate dall’erario per il Tribunale di Cuneo, che nel complesso sono state quantificate in 2 milioni e 142mila euro per il 2018. La voce di gran lunga più consistente è quella relativa agli onorari degli avvocati difensori ammessi al gratuito patrocinio (spesso definiti in modo improprio ‘avvocati d’ufficio’), pari a 1 milione e 319mila euro nel settore penale e a 282mila euro nel civile. I costi di struttura e gestione ordinaria delle sedi, infine, sono stati pari a circa 364mila euro.

Notizie interessanti:

Vedi altro