CUNEO - "Allontanamento Zero", ieri la discussione in Consiglio regionale: presentati 497 emendamenti

L'assessore Caucino: "Il provvedimento mira a tutelare il diritto del minore a crescere nella sua famiglia". Critiche dalle minoranze: "Non sempre prolungare la permanenza in famiglia fa bene al minore"

19/10/2022 13:57

Deciso il contingentamento per la discussione sul Disegno di legge regionale “Allontanamento zero”, sul quale pendono 497 emendamenti. Il tempo a disposizione dei gruppi consiliari per la discussione è complessivamente di 8 ore: 300 minuti per la maggioranza e 180 per l’opposizione. Nel corso della seduta di ieri si è conclusa la discussione generale. Il provvedimento, illustrato dall’assessore Chiara Caucino, “mira a tutelare il diritto del minore a crescere nell’ambito della propria famiglia e a rimuovere gli ostacoli che si frappongono alla sua realizzazione anche attraverso un’opera di sostegno economico, sociale e psicologico ai genitori e, in mancanza di essi, ai parenti entro il quarto grado”.
 
Richiamando i dati emersi dalla recente inchiesta parlamentare sulle attività connesse alle comunità di tipo familiare che accolgono minori, l’assessore ha evidenziato che “in Piemonte i casi di allontanamento risultano superiori alla media nazionale, pari al 3,4 per mille contro il 2,9 per mille, e l’80,9% delle cause può essere rimosso con interventi mirati sulla famiglia, mentre il 18,7% ha motivazioni oggettivamente valide perché reali e degne di approfondimento”.
 
Nel dibattito sono intervenuti tutti i gruppi consiliari.
 
Raffaele Gallo, intervenuto per il Pd con Monica Canalis, Sergio Chiamparino, Alberto Avetta, Domenico Rossi, Daniele Valle, Mauro Salizzoni, Domenico Ravetti e Diego Sarno, riferendosi alla pluralità di soggetti che in questi mesi hanno espresso contrarietà al Disegno di legge, ne ha chiesto il ritiro. “Pensiamo sia necessario operare all’interno del modello esistente e che sia sbagliato attaccare i servizi sociali e smantellare il sistema piemontese – ha aggiunto –. Dei 55 mila minori, su 632 mila, seguiti dai servizi sociali in Piemonte alla fine del 2020, solo 1.400 risultano allontanati“. Paolo Bongioanni (Fdi) ha espresso soddisfazione per l’arrivo del provvedimento in Aula, “frutto di un lavoro coeso della maggioranza e della responsabilità verso chi ci ha eletto”. Francesca Frediani (M4o) ha auspicato “un confronto maggiore, senza pregiudizi, con la maggioranza per licenziare un testo che possa essere davvero d’aiuto ai minori e alle famiglie” e ha annunciato “la presentazione di un emendamento per modificare il titolo del provvedimento”. Alberto Preioni, intervenuto per la Lega con Sara Zambaia e Alessandro Stecco, ha sottolineato la necessità di “porre in atto un lavoro di prevenzione. Nessun vuole criminalizzare i servizi sociali ma ci sono stati casi devianti. Bisogna sostenere la famiglia e a livello nazionale e imitare le politiche del nord Europa che mettono in campo aiuti per le giovani coppie che vogliono avere figli”. Silvio Magliano (Moderati) ha affermato che “non mancano i mezzi per perseguire le comunità che si rivelino inadeguate e chi le gestisce e chi non segue le norme”. Sara Disabato (M5s) ha denunciato che “i motivi economici non sono mai la causa esclusiva di allontanamento dei minori dalle proprie famiglie mentre lo sono le dipendenze, gli abusi, i maltrattamenti, le trascuranze gravi”. Silvana Accossato (Luv), che ha sottoscritto tutti gli emendamenti della minoranza, ha condiviso “preoccupazioni e contrarietà di molti sul provvedimento, a partire dal titolo. Su questi temi non ci sono verità preconfezionate, non sempre allontanare è la soluzione, ma non sempre prolungare la permanenza in famiglia fa bene al minore”. Mario Giaccone (Monviso) ha dichiarato di non condividere, in particolare “l’impostazione della legge, che ha sfiduciato e messo in dubbio il sistema dei servizi, la logica che i figli siano ‘proprietà’ dei genitori e non portatori di diritti e la mancanza di risorse per sostenere e migliorare il sistema esistente”.
 

c.s.

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