PEVERAGNO - Amicorti Festival, altri creditori intervistati da "Striscia". La direttrice respinge le accuse

In onda stasera la seconda parte del servizio realizzato dalla trasmissione Mediaset. La rassegna cinematografica nata a Peveragno avrebbe accumulato consistenti debiti con i fornitori

L'inviato di "Striscia" Max Laudadio

a.d. 18/01/2024 21:07

È andata in onda stasera, giovedì 18 gennaio, la seconda “puntata” del servizio che “Striscia la Notizia” ha dedicato all’Amicorti Film Festival, la rassegna cinematografica nata a Peveragno (poi trasferitasi a Chiusa Pesio), la cui organizzazione avrebbe accumulato negli anni oltre 100 mil euro di debiti con diversi fornitori del territorio.
 
Nella prima parte del servizio, mandata in onda ieri, l’inviato Max Laudadio aveva richiesto alla direttrice artistica Ntrita Rossi - che ha respinto le accuse anche in un video pubblicato oggi sui social - documenti che potessero dimostrare gli avvenuti pagamenti. Nella mail inviata alla redazione di “Striscia”, però, non ci sarebbe stato altro che un link al sito internet del festival.
 
Nel servizio di stasera sono stati intervistati altri creditori del festival, tra i quali una persona - intervenuta in anonimo - che avrebbe collaborato alle prime edizioni: “Quando abbiamo iniziato credevo in questo progetto, ero vicepresidente della prima associazione. Poi vedevo che le cose andavano male e mi sono staccato. Anche io nel mio piccolo ho un credito di 3 mila euro”.
 
Tra gli intervistati anche il titolare del’albergo Principe di Piemonte di Cuneo, che ha sostenuto di attendere pagamenti per 1.147 euro, e una traduttrice, che ha mostrato una fattura non saldata di 1.359 euro.
 
Tra i creditori ci sarebbe anche l’attore Luigi Di Fiore, ex vicedirettore artistico della rassegna, che intervenendo nel servizio ha spiegato di non aver mai ricevuto il compenso pattuito di 10 mila euro.
 
In chiusura l’intervento del sindaco di Peveragno Paolo Renaudi, che come già spiegato stamattina su Cuneodice.it ha ripercorso le vicende che avevano portato il Comune a scegliere di non concedere più contributi al festival dopo il 2021.

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