CUNEO - Amos si allarga all’Asl di Alessandria. Presto un nuovo direttore generale

Il presidente Mauro conferma l’imminente ampliamento della compagine societaria. Intanto si attende il successore di Livio Tranchida, ora commissario del Santa Croce

in foto: il presidente di Amos Simone Mauro

Andrea Cascioli 20/07/2023 13:16

C’è una modifica della compagine societaria all’orizzonte per Amos, la società partecipata che gestisce numerosi servizi per conto di ospedali e aziende sanitarie del sud Piemonte. Il presidente Simone Mauro conferma che Amos ha già adottato delibere assembleari volte a consentire l’ingresso tra i soci dell’Asl di Alessandria.
 
Si tratterebbe di un allargamento rilevante per la società, nata nel 2005 da un’idea dell’allora direttore generale del Santa Croce Fulvio Moirano, poi divenuto manager della sanità regionale. Amos allo stato attuale è controllata per il 34,93% dall’Aso Santa Croce e Carle, per il 33,40% all’Asl Cn1, per il 25,09% dall’Asl Asti, per il 4,18% dall’Asl Cn2 e per il 2,44% dall’Aso di Alessandria. Una compagine totalmente pubblica, dunque, che fattura 60 milioni all’anno e impiega oltre 2mila dipendenti in un’ampia gamma di servizi: infermieri, operatori sanitari, portierato, vigilanza, trasporti, call center, ristorazione e logistica per citare solo i principali.
 
La testata online Lo Spiffero, che ieri (mercoledì 19) aveva anticipato la notizia, inquadra la strategia sullo sfondo delle rivalità per il controllo della sanità regionale che oppongono la Lega a Fratelli d’Italia. Amos è infatti una “riserva di caccia” della Lega, di cui sono espressione sia il presidente Mauro (segretario cittadino del Carroccio a Cuneo), sia la consigliera Carla Chiapello, approdata a lidi leghisti dopo un passato in Regione con i Moderati (più recente la candidatura, senza successo, alle ultime comunali di Cuneo). Il terzo membro del CdA è l’ex sindaco di Alba Giuseppe Rossetto, in quota a Forza Italia. Quel che è innegabile è che la sanità, principale voce di bilancio delle regioni, sia oggetto di forti tensioni tra i due alleati del centrodestra, confrontatisi nei mesi passati su una serie di capitoli tra cui il varo di Azienda Zero e la nomina del nuovo direttore della Sanità. Per questo incarico Cirio ha scelto Antonino Sottile, stimato manager dell’Irccs di Candiolo, anche se i “fratelli” gli avrebbero preferito Giovanni La Valle.
 
Pare certo che se l’attuale presidente verrà confermato alla guida del centrodestra nel 2024, come indicano tutti i bookmakers, a Fratelli d’Italia toccherà la poltrona di assessore alla Sanità, oggi ricoperta dal leghista Luigi Genesio Icardi. È assai improbabile che i meloniani siano disposti a cedere (anche) su questo, visto che già la disponibilità a farsi da parte in favore del forzista Cirio può essere vista come un atto di cortesia da parte del principale partito della coalizione. In quel caso la Lega, vaso di coccio tra vasi di ferro, dovrà cedere il “boccone del prete” in giunta. L’ampliamento della sfera d’influenza di Amos viene letto perciò dai retroscenisti come un tentativo di mantenere influenza sulle politiche sanitarie. Una svolta rilevante, oltretutto, se inquadrata in un contesto dove la tendenza è piuttosto verso l’internalizzazione dei servizi.
 
La notizia più rilevante per Cuneo è però un’altra, cioè che è in corso la procedura di selezione di un nuovo direttore generale per Amos. L’attuale, Livio Tranchida, è stato nominato da Icardi commissario dell’Aso Santa Croce e Carle, dopo le dimissioni dell’ex dg Elide Azzan. Intanto il capogruppo di Indipendenti Giancarlo Boselli si appresta a richiedere di nuovo l’audizione del presidente e del CdA dell’azienda davanti alla commissione consiliare di Cuneo: una richiesta che l’esponente dell’opposizione aveva presentato già lo scorso marzo ma che finora non ha trovato risposta. Boselli si è interessato a più riprese delle condizioni di lavoro in Amos: “Nell’ambiente di lavoro ci sono stress e considerevoli rischi aggiuntivi all’esercizio delle proprie mansioni” aveva detto il consigliere. La questione è in effetti finita sotto la lente dei sindacati, in particolare dell’Ugl - la sigla storicamente vicina alla destra di Fratelli d’Italia - che ha condotto con Amos una guerra a colpi di ricorsi, macinando successi nelle aule di giustizia.

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