CUNEO - Appuntamenti fittizi, Giulia Marro scrive agli operatori sanitari: "Ecco perché ho sollevato il caso"

La lettera aperta della consigliera regionale cuneese: "Chiedere trasparenza e legalità passo imprescindibile per poter ricominciare a progettare con la sanità al centro e non gli slogan"

Giulia Marro

Redazione 20/10/2025 15:13

Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta che la consigliera regionale Giulia Marro (AVS) ha rivolto agli operatori sanitari cuneesi. Gentili operatrici ed operatori della sanità cuneese, è con grande rispetto e gratitudine che mi rivolgo a voi con questa mia lettera. So bene che ogni giorno vi adoperate per la tenuta del sistema sanitario con grande dedizione, spesso spendendovi con energie e tempo oltre quelli che dovrebbero essere i limiti della vostra professione. Proprio in virtù di questa grande stima, sento il dovere di condividere le ragioni che mi hanno spinto a sollevare in Consiglio regionale la questione delle cosiddette “prenotazioni a data non reale” e quanto è accaduto dopo la mia segnalazione. Spero così di fare chiarezza in merito all’intera vicenda e – possibilmente – ricucire fiducia. Se torno pubblicamente sulle prenotazioni “a data non reale”, è perché – oltre alle moltissime chiamate di pazienti – in queste settimane avete iniziato a scrivermi anche voi, raccontandomi come il blocco da parte dell’assessore Riboldi del metodo di prenotazione sperimentato a Cuneo, in seguito alla mia interrogazione in aula, abbia causato serie difficoltà per gli assistiti nel prenotare le visite prescritte.  Com’è nata la vicenda. Tutto parte dalla segnalazione di una cittadina: un’ecografia classe B fissata alle 00:16 con l’avvertenza scritta e non spiegata "la data non è reale, sarete ricontattati". La persona in questione fu contattata per fissare la visita, ma ben dopo i 10 giorni in cui aveva chiamato per prenotare la prima volta. Non era l’unico episodio: altre persone hanno ricevuto prenotazioni notturne o messaggi analoghi, a volte senza essere successivamente ricontattati o ricevendo dinieghi a causa di insufficiente appropriatezza prescrittiva. Ho portato la questione in Question Time il 9 settembre, perché l’indeterminatezza della comunicazione ha allarmato i pazienti che spesso, e se nella condizione economica di farlo, si sono rivolti alla sanità privata. Nelle stesse settimane i giornali indicavano Cuneo come eccellente nei risultati della gestione delle liste d’attesa.  Cosa è successo dopo. L’assessore Riboldi ha risposto in un modo che mi ha spiazzato: “Non eravamo a conoscenza di tutto questo e faremo i dovuti approfondimenti”. ASO Santa Croce e Carle e Asl CN1 hanno rivendicato la correttezza formale delle procedure, ma la Direzione regionale ha sospeso questo metodo di prenotazione per “perplessità sulle modalità di comunicazione” e ha annunciato verifiche su tutte le agende del SovraCUP. È un passaggio cruciale: la comunicazione poco trasparente resta un problema, di fiducia e di correttezza. Nei giorni seguenti abbiamo continuato a chiedere all’assessore Riboldi ulteriori approfondimenti, cosa che ci si aspetta da una consigliera regionale. In primis se e come le prenotazioni non reali hanno inciso sui dati inviati al Ministero per il monitoraggio delle liste di attesa; a questa domanda siamo attualmente in attesa di un riscontro. Auspico che questi dati arriveranno insieme agli altri dati grezzi sulle liste d’attesa di tutte le Asl e AO della Regione, già chiesti con un’interrogazione scritta presentata a maggio ‘25. Nel frattempo Marco Grimaldi, deputato di AVS, ha chiesto chiarimenti in parlamento al ministro Schillaci, sui fatti che riguardano Cuneo, l’Ospedale Santa Croce e Carle e l’Asl CN1, soffermandosi su ciò che ha iniziato a verificarsi dallo stop del sistema da parte di Riboldi: ovvero la sospensione, di fatto, delle prenotazioni di alcune tipologie di visite in classe B. Proprio su questo verteva un’ulteriore interrogazione da me presentata a cui l’assessore Riboldi ha risposto dichiarando che “le prenotazioni non sono state sospese” e che non c’è stata alcuna anomalia sulle prestazioni erogate. “Il sistema informatico del CUP regionale, utilizzato per tutte le prestazioni ambulatoriali e di diagnostica strumentale sul territorio della regione, consente la visibilità dei posti disponibili in classe B nei dieci giorni successivi alla data di contatto da parte del cittadino (call center, app)”. Questo a conferma del fatto che nonostante il sistema delle prenotazioni provvisorie il reale problema in essere era e resta quello della mancanza di risorse per rispondere ai bisogni della cittadinanza.  Il nodo oncologico (e perché ci torno). Qualche mese fa avevo già acceso i riflettori sui follow-up oncologici: risultava infatti non rispettata la procedura in base alla quale i pazienti oncologici hanno la possibilità di prenotare le visite di controllo direttamente in reparto, senza dover ricorrere al CUP. Su nostra sollecitazione, la Regione ha richiamato le strutture ad iniziare dall’Asl CN1: i pazienti oncologici devono essere seguiti direttamente dagli ospedali e dalle Asl. Oggi, però, mi segnalate che – con le difficoltà di queste settimane – si sta tornando a chiedere ai pazienti di arrangiarsi, e questo significa negare nei fatti visite di controllo che possono essere vitali.  Perché insisto (e perché lo faccio così). So che parlare di questi problemi preoccupa e a volte infastidisce molte e molti nel mondo sanitario. Vi chiedo di credermi: non è ricerca di visibilità personale, come dice l’assessore Riboldi per tentare di delegittimarmi. È responsabilità pubblica. A volte mi prende allo stomaco pensare che far emergere un problema organizzativo possa peggiorare avere l’effetto sulla vita delle persone. Ma non si può neanche continuare a pensare di aumentare le disponibilità spremendo un personale che lavora già spesso ben oltre le proprie ore di lavoro. Il motivo per cui mi sono candidata e per cui cerco di impegnarmi al massimo ora che sono stata eletta, è che i problemi in sanità ci sono, i soldi investiti in questo ambito sono sempre meno e le prospettive per il futuro, a dispetto della propaganda, non sono buone. Chiedere trasparenza e legalità a chi è deputato a tutelare la nostra salute è un passo imprescindibile per poter ricominciare a progettare con la sanità al centro e non gli slogan. Non posso – e non voglio – chiudere gli occhi. Lo faccio perché credo che si debba cambiare radicalmente prima che sia troppo tardi. Le persone più vulnerabili ne stanno già pagando il prezzo rinunciando alle cure. Non è questo il sistema sanitario pubblico che dobbiamo pretendere, che dobbiamo chiedere a gran voce tutti e tutte insieme. Oggi abbiamo due narrazioni che cozzano: da una parte si parla di “modello Cuneo”, dall’altra raccogliamo decine di segnalazioni di agende che non si aprono, di “date provvisorie” e di richiami che non arrivano. Se non è interruzione di pubblico servizio, come sostiene l’assessore, perché in pratica “non si riesce a prenotare niente”? Questo non si risolve con toppe o titoli ottimistici, ma ammettendo che il sistema non funziona e rimettendo mano – insieme – a procedure, front-office e comunicazione, senza scaricare l’ansia del cittadino su chi è allo sportello. I prossimi passi. Attualmente siamo in attesa di riscontri da parte delle aziende sanitarie e aziende ospedaliere rispetto ai numeri delle liste di attesa per ogni Asl della Regione. Ci ha stupito molto che l’assessore non fosse in possesso di queste informazioni e questo ci spinge a chiederle con maggiore convinzione e insistenza perché pensiamo che per pianificare serva prima di tutto avere chiara la situazione.  Un grazie (e una richiesta). Chiudo questa lettera ringraziandovi di cuore. Grazie perché, oltre ai pazienti, state scrivendo anche voi: dai reparti, dai Cup, dai front-office. Le vostre email e i vostri messaggi – insieme alle segnalazioni raccolte pubblicamente – sono la bussola del mio lavoro. Faccio mie le parole del Comitato Vivere la Costituzione (che, come sapete, porta avanti un grande lavoro a livello di sportelli per garantire i percorsi di tutela): “Non sono ammissibili metodi improvvisati e opachi. Se si vogliono introdurre strumenti come le pre-liste, servono regole chiare, trasparenza e soprattutto tempi certi per l’accesso alle prestazioni”. Continuate a condividere criticità, riflessioni e proposte per il futuro. Io, in Regione, continuerò a portare le vostre voci con rispetto, ma con fermezza e determinazione. Giulia Marro Consigliera regionale AVS

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