CUNEO - Asili nido a Cuneo: “Troppi posti disponibili per sperare nei fondi del PNRR”

L’assessore Giordano risponde alla consigliera Martello: “Nella graduatoria dei finanziamenti abbiamo un punteggio basso rispetto ad altre realtà italiane”

Andrea Cascioli 02/02/2022 17:25

Parte da una specifica richiesta della consigliera Maria Luisa Martello (Cuneo città d’Europa) la discussione sviluppatasi attorno al tema degli asili nido nell’ultima seduta dell’assemblea civica.
 
Il punto di partenza è la quarta missione del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, incentrata sulla scuola. I fondi sono in arrivo anche per le strutture educative dedicate alla prima infanzia, ma, rileva l’assessore ai Servizi scolastici Franca Giordano, Cuneo ha poche possibilità di aggiudicarseli. Ciò non dipende dalla qualità dei servizi o da una scelta degli uffici comunali, precisa l’assessore: “Obiettivo del PNRR è favorire il riallineamento dei servizi a livello nazionale, quindi potenziarli là dove sono più carenti. I dati della nostra città invece sono vicini alla media nazionale, dunque il punteggio sarebbe molto basso”.
 
Per dirla in parole povere, il capoluogo della Granda ha già troppa capienza disponibile nei suoi asili nido per poter sperare in un “aiutino” del governo. Nel complesso sono 403 i posti occupabili dai più piccoli, tra i 210 degli asili nido comunali, gli 80 nelle scuole paritarie e gli oltre 100 nei centri di custodia oraria autorizzati, i cosiddetti “baby parking”. In rapporto al totale delle nascite negli ultimi tre anni, precisa Giordano, ci portano a una percentuale di posti nido rispetto al numero di bambini che è compresa tra il 34% e il 35%. Quindi al di sopra della media nazionale del 25% e anche dell’obiettivo europeo fissato al 33%.
 
“Ciò non significa - aggiunge l’esponente della giunta Borgna - che non siamo attenti alle possibilità di finanziamento. Abbiamo partecipato a un bando regionale da 78mila euro per l’ampliamento dell’orario, grazie al quale i nostri asili chiuderanno alle 17,30 anziché alle 16,30”. “Per garantire un’offerta formativa bisogna essere preparati: sempre più spesso sono le mamme rimaste senza lavoro ad occuparsi dei figli delle altre” ammonisce da parte sua l’autrice dell’interpellanza.

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