Riceviamo e pubblichiamo.
Alla propaganda delle inaugurazioni si deve contrapporre la verità. L’Asti-Cuneo non è un’infrastruttura conclusa: mancano ancora le opere complementari, a partire dal nodo di Alba, senza le quali l’autostrada resta funzionalmente incompleta e incapace di dare risposte adeguate ai territori che attraversa. Il presidente Cirio è molto abile nel rappresentarsi come colui che “sblocca” le grandi opere, ma in questo caso – come in molti altri – si limita a tagliare nastri su problemi irrisolti. La responsabilità dei ritardi e delle scelte sbagliate va distribuita lungo una storia che parte dal 1991 e attraversa governi nazionali, regionali e gestioni concessionarie. Chi governa oggi, però, ha il dovere di assumersi la responsabilità del presente e di completare davvero le opere, non di usarle come strumento di autocelebrazione. Resta infine il ringraziamento agli operai che negli ultimi due anni hanno lavorato senza sosta, sacrificando fine settimana e festività per rendere possibile questa apertura parziale, e ai cittadini che ogni giorno percorreranno l’Asti-Cuneo pagando, ancora una volta, il prezzo degli errori della politica.
Mauro Calderoni
Consigliere regionale Partito Democratico