CUNEO - Autostrada, quanto ci costi? Pedaggi aumentati sulla A6 e sull’Asti-Cuneo

Le tratte cuneesi non sfuggono ai rincari avallati dal governo: ora per viaggiare si spende il 2,3% in più. Da Castelletto Stura a Torino il biglietto vale 10 euro

Redazione 02/01/2024 19:14

Anno nuovo, vita nuova? Sarà. Per adesso, di nuovo ci sono le spese aggiuntive che gli utenti della A6 Torino-Savona e della A33 Asti-Cuneo dovranno affrontare.
 
Dal 1 gennaio sono in vigore gli adeguamenti dei pedaggi che il decreto interministeriale, firmato dai ministeri dei Trasporti e delle Finanze, ha reso possibili adeguandoli al tasso d’inflazione. Sulla rete di competenza di Autostrade per l’Italia, che conta circa 2.800 km di estensione e molte delle arterie più trafficate del Paese, la variazione riconosciuta è stata del 1,51%, ampiamente inferiore al tasso d’inflazione corrente. Non così per quanto riguarda le società concessionarie interessate da una procedura di aggiornamento della convenzione. Il decreto Milleproroghe del 28 dicembre ha previsto un adeguamento del 2,3%, pari cioè al tasso d’inflazione stabilito dall’ultimo documento di programmazione economico.
 
L’arrotondamento fa salire a 10 euro tondi il costo di un viaggio in auto o in moto dalla barriera di Castelletto Stura a Torino (il simulatore del sito di Autostrade non consente di inserire l’uscita di Cuneo). Per i veicoli pesanti a cinque o più assi il prezzo del biglietto sale fino a 27,30 euro. Di poco inferiore il valore di una classica trasferta in Liguria, dal capoluogo della Granda all’uscita di Savona-Vado: per un’auto sono 9,80 euro, per un tir 26,70.
 
L’aumento dei pedaggi, previsto da una normativa in vigore fin dal 2001, era atteso. La cosa però non rincuora gli automobilisti, a maggior ragione considerando che non sarà accompagnato - almeno a breve - dal varo di un nuovo piano di investimenti da parte delle concessionarie. Palazzo Chigi fa sapere infatti di aver differito al 30 marzo prossimo il termine per la presentazione, da parte delle società concessionarie per le quali è intervenuta la scadenza del periodo regolatorio quinquennale, delle proposte di aggiornamento dei piani economico-finanziari (PEF). Ci sarà quindi più tempo per sottoporre al governo i progetti di ammodernamento sulla rete. Quelli, a differenza dei rincari, possono attendere.

Notizie interessanti:

Vedi altro