CUNEO - Autostrade: private o pubbliche?

La tragedia di Genova ha riaperto il dibattito, ma il punto è un altro

30/08/2018 10:38

Genova dista da Cuneo circa 160 chilometri, ma a differenza di tanti altri luoghi che si trovano entro tale raggio ha una valenza particolare per ogni cuneese. Su quel ponte, che fosse un minuto, una settimana, un mese o un anno prima del crollo, ci siamo passati tutti. Forse non tutti sapevamo che si chiamasse ponte Morandi, forse ignoravamo che sovrastasse il torrente Polcevera, così come tante altre informazioni di cui non avremmo mai voluto venire a conoscenza. Nei giorni scorsi c’è stato il giusto cordoglio per le vittime. Molto bello il gesto della tifoseria del Genoa nella partita vinta dai rossoblù contro l’Empoli: gli ultras genoani sono restati in silenzio per 43 minuti (uno per ogni vittima), per poi esplodere in un boato da brividi. Mettiamo però su due piani diversi il cordoglio e il futuro delle nostre autostrade.
 
Le azioni che verranno intraprese per evitare che una tragedia del genere si ripeta dovrebbero essere prese non sull'onda emozionale, ma su elementi concreti, i quali non mancano. Oggigiorno, finalmente (ci sono voluti 43 morti), si discute delle concessioni autostradali, ma il punto non è se revocare o meno la concessione a Atlantia (lasciamo la decisione a chi di dovere), ma portare all'ordine del giorno la questione dello strapotere dei concessionari, i quali paiono più interessati all'incasso che alla sicurezza degli automobilisti. Di certo la soluzione non può essere la semplice (ri)statalizzazione delle autostrade italiane. Lo sappiamo bene in provincia di Cuneo, dove il ponte crollato dalla Tangenziale di Fossano non era gestito da un privato bensì da Anas, eppure l'epilogo è stato lo stesso, solo per una fortunata casualità non ci sono stati morti o feriti. Anche la tiritera del raddoppio tunnel di Tenda è stata gestita dall'Ente Nazionale per le Strade, e l'esito non è stato soddisfacente. I due esempi di casa nostra solamente per rendere l'idea. Come diceva Deng Xiaoping “Non importa che sia un gatto bianco o nero, finché cattura topi è un buon gatto”. Qui invece di gatti buoni, almeno per il momento, non ce ne sono. Autostrade private o pubbliche? Non importa. Quello che bisogna cambiare è “l'addestramento del gatto”, dalle modalità di assegnazione degli appalti e costruzione, alla manutenzione delle strutture fino ai controlli sistematici sulla rete. Le regole del gioco vanno riscritte da capo altrimenti piangeremo inevitabilmente altri morti. La prossima volta però, non ci saranno applausi.


Samuele Mattio

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