CUNEO - Bando Neve, AVS attacca: "Somma monstre su impianti che con il cambiamento climatico avranno vita breve"

Le consigliere regionali del gruppo: "Nel frattempo si continua a dire che mancano le risorse per tutte le prestazioni sociali e si aumenta l’Irpef ai ceti medi"

03/12/2025 17:17

Riceviamo e pubblichiamo. Nulla come il Bando Neve chiarisce da che parte sta la Giunta Cirio: continuano a dire che mancano le risorse per tutte le prestazioni sociali, aumentano l’IRPEF ai ceti medi e poi impegnano la somma monstre di 50 milioni di Euro del FSC per investire su impianti che, a fronte del cambiamento climatico, avranno necessariamente vita breve. Ricordiamo che il Fondo per lo sviluppo e la coesione è, da definizione ufficiale, “lo strumento finanziario nazionale principale attraverso cui vengono attuate le politiche per lo sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale e la rimozione degli squilibri economici e sociali”. Come è possibile che la Giunta abbia deciso di utilizzarlo per lo sci mentre, per prendere solo il caso più recente, mancano i soldi per ristrutturare le case popolari al punto di arrivare alla Legge Marrone che riduce il patrimonio di alloggi a disposizione delle graduatorie? O mancano i soldi per pagare le rette alle persone anziane non autosufficienti in lista d’attesa da mesi e su cui gravano gli interi costi delle RSA? Attendiamo di ottenere i documenti relativi all’esito del bando per verificare i progetti aggiudicatari, con particolare attenzione agli impianti a bassa quota. Nel Cuneese, ad esempio, la scorsa stagione località come Prato Nevoso hanno potuto garantire l’apertura soltanto grazie a un utilizzo pressoché continuo dei cannoni sparaneve per compensare l’assenza di precipitazioni: un modello che richiede grandi quantità di acqua ed energia e che diventa ogni anno più instabile e costoso. Ed è proprio il Cuneese a risultare destinatario della maggior parte dei finanziamenti del bando: una scelta che potrebbe anche essere positiva se in parallelo non si tagliassero risorse essenziali ad altri settori, dalla casa alle politiche sociali. E che questo approccio sia ormai fuori tempo massimo lo dice la stessa ARPA Piemonte: l’inverno 2024-25 sull’arco alpino piemontese ha registrato un deficit di neve fresca tra il -20% e il -40% rispetto alla media trentennale 1991-2020. Una stagione che si colloca al quarto posto per carenza di neve fresca dal 1961. Dati che confermano un trend strutturale e che rendono ancora più incomprensibile la scelta di destinare risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione a impianti che, in molte località a bassa quota, stanno già diventando economicamente e climaticamente insostenibili. Una scelta che diventa ancora più difficile da comprendere se si considera che proprio il Cuneese è l’area che ha ricevuto la quota maggiore dei finanziamenti del bando: un investimento rilevante, ma che rischia di essere controbilanciato dai tagli in settori essenziali come casa, sanità e politiche sociali. Senza una strategia di lungo periodo per l’adattamento climatico e la diversificazione economica delle nostre montagne, questi interventi rischiano di rimanere opere costose e a rendimento decrescente. Giulia Marro 
Alice Ravinale
Valentina Cera
Gruppo AVS in Consiglio regionale

c.s.