BORGO SAN DALMAZZO - Biodigestore a Borgo, i rifiuti di carta e plastica della Granda finiranno a Magliano Alpi?

La possibilità, per la quale ci sono state interlocuzioni, è già realtà per il Saluzzese e anche l'Albese procederebbe in tale direzione. Si intensificano i rapporti tra i quattro consorzi dell'ATO del Cuneese?

Samuele Mattio 13/02/2020 15:02

Se il biodigestore verrà realizzato a Borgo San Dalmazzo lo smaltimento di carta e plastica dell’area geografica del Cuneese, oggi effettuato nell’impianto di San Nicolao, verrà con ogni probabilità spostato a Magliano Alpi.
 
Questa la novità più rilevante della conferenza stampa di stamattina, giovedì 13 gennaio, con protagonisti i vertici dell’Acsr, a cui abbiamo dato ampio spazio sul nostro quotidiano online. “Se trattiamo 35 mila tonnellate di frazione organica e 10 mila di verde questo impianto dovrà essere dedicato totalmente a questo - ha spiegato Federico Valentini, agronomo che ha redatto lo studio ambientale della riqualificazione tecnologica dell’impianto esistente -, la linea carta e plastica dovrà essere spostata”.
 
Un dettaglio che fino a oggi era stato trascurato nel pur acceso dibattito che ha accompagnato la fase di approvazione dell’investimento da 13,4 milioni di euro da parte dell’assemblea dei sindaci. Si tratta infatti del conferimento di 4.450 tonnellate di imballaggi in plastica e di 10 mila tonnellate di carta e cartone prodotte annualmente dai 150 mila residenti nel consorzio cuneese. Nell’ambito provinciale, oltre al CEC (Consorzio Ecologico Cuneese) sono operativi altri tre consorzi  che governano e coordinano il sistema delle raccolte e sono composti dai Comuni appartenenti allo stesso bacino (Albese-Braidese ‘CoABSeR’, Monregalese ‘ACEM’ e Saluzzese-Fossanese ‘CSEA’).
 
A quanto è emerso pare che gli investimenti siano volti a intensificare i rapporti tra i consorzi dell’ATO cuneese, come ha spiegato Cristiana Giraudo, direttrice di Acsr: “Il bacino monregalese ha a Magliano Alpi un impianto di valorizzazione di carta e plastica a cui già conferisce il Saluzzese e in prospettiva conferirà il consorzio Braidese-Albese”. Tradotto: è probabile che con la costruzione del biodigestore a Borgo San Dalmazzo tutta la carta e la plastica della provincia finiranno per essere smaltite a Magliano. “Un’opzione potrebbe essere quella di specializzare un impianto provinciale, così come noi potremo specializzarci nel trattamento dell’organico, in quello della raccolta differenziata”. Al momento la dirigente della S.p.a. Cuneese, ha ribadito che si tratta di una possibilità, ma la sensazione è che il percorso sia già avviato in quanto la stessa Giraudo ha ammesso che ci sono già state interlocuzioni con Mondovì. Nel caso, l’impianto maglianese gestito da ACEM, attivo dal 2003 ed esteso su una superficie di 200 mila metri quadrati, diventerebbe il riferimento per lo smaltimento della differenziata di tutta la provincia, mentre Borgo si specializzerebbe nell’organico. Già allo stato attuale ci sono accordi e contratti che prevedono uno scambio di rifiuti. “All’impianto di Magliano Alpi vengono conferiti i rifiuti ingombranti del Consorzio Ecologico Cuneese, oltre alla frazione organica e gli scarti del compostaggio, loro conferiscono a noi una parte della loro frazione secca (parte del bacino Monregalese non ha la valorizzazione del secco n.d.r.)”.
 
Un’affermazione che chiarisce dove finiranno gli scarti del compostaggio, domanda spesso sollevata dai cittadini nei confronti pubblici a Borgo San Dalmazzo. Resta da capire se sarà necessario anche a Magliano Alpi un cospicuo intervento economico da parte del consorzio dei Comuni del Monregalese e quanto gli eventuali lavori di riqualificazione incideranno sulla collina del Beinale. A dirla tutta anche il piano che l’ATO del Cuneese e i suoi quattro consorzi hanno in mente per la gestione dei rifiuti in provincia di Cuneo non è molto chiaro.
 
L’alternativa? È che l’impianto rimanga com’è nel caso in cui non si porti a compimento la realizzazione dell’iter autorizzativo di riqualificazione tecnologica dell’esistente con produzione di biometano, oppure che dopo le osservazioni della Provincia il progetto iniziale venga modificato. In tal caso verrebbero mantenuti gli impianti di selezione di carta e plastica e a essere eliminato sarebbe il “biotunnel”, l’impianto di stabilizzazione della frazione organica derivata dai rifiuti indifferenziati, che oggi viene trattata a San Nicolao e poi trasferita a Magliano Alpi per lo smaltimento (la frazione secca viene invece portata presso l’impianto di Roccavione per la trasformazione in CSS, Combustibile Solido Secondario). Questa l’ipotesi paventata dalla Giraudo, ma che appare decisamente improbabile alla luce delle osservazioni fatte dal dirigente della Provincia Alessandro Risso nella prima Valutazione di Impatto ambientale: “…la superficie di impianto appare appena sufficiente per l’attuale gestione: con la previsione progettuale si reputa particolarmente opportuna la valutazione di alternative localizzative oltre che impiantistiche”. In extrema ratio carta e plastica potrebbero anche finire fuori provincia, ma si tratta della possibilità meno quotata.
 
 
 
 
 
 
 
 

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