BORGO SAN DALMAZZO - Biodigestore, è la settimana della verità?

Domani la Commissione a Cuneo, poi il Consiglio comunale a Borgo San Dalmazzo, mentre venerdì l'assemblea Acsr-CEC sarà chiamata a pronunciarsi sui fondi PNRR. Nel frattempo si fa strada un'ipotesi alternativa...

Andrea Dalmasso 14/02/2023 10:18

Sarà la settimana della verità per il progetto per il nuovo biodigestore di Borgo San Dalmazzo? Di certo le prossime saranno giornate molto intense per uno dei temi che ha acceso il dibattito pubblico a Cuneo e dintorni negli ultimi anni. Domani, mercoledì 15 febbraio alle ore 18, a Cuneo è convocata la Quinta Commissione, nella quale l’amministrazione fornirà aggiornamenti sul progetto e sulla sua posizione rispetto allo stesso. La riunione si terrà in Sala Vinay. Il giorno dopo, giovedì 16 febbraio, l’attenzione si sposterà a Borgo San Dalmazzo, dove alle ore 18 si riunirà il Consiglio comunale: primo punto all’ordine del giorno sarà proprio il progetto per il nuovo impianto di smaltimento rifiuti. Un Consiglio sul tema era stato richiesto a gennaio di capigruppo delle minoranze, Pierpaolo Varrone, Paolo Giraudo e Marco Bassino, che si erano rivolti alla sindaca Roberta Robbione in una lettera. 
 
L’appuntamento da segnare con un circoletto rosso sul calendario, però, sarà quello di venerdì 17 febbraio, giorno in cui si riunirà l’assemblea unica dei soci Acsr-CEC, che sarà chiamata - salvo proroghe - a pronunciarsi sull’accettazione o meno dei 12,8 milioni di euro di finanziamenti PNRR. Un passaggio decisivo per capire se il percorso iniziato nel 2019 proseguirà o subirà uno stop probabilmente definitivo. Ad attendere la decisione anche la stessa Acsr, che la scorsa settimana, approvando il bilancio di previsione 2023, ha rinviato l’investimento relativo al biodigestore all'esercizio 2024. 
 
Restano, però, i due rilevanti nodi da sciogliere già affrontati nelle scorse settimane, due problematiche la cui risoluzione appare tutt’altro che facile. Il primo è quello relativo ai costi di realizzazione dell’impianto: l’investimento è stato approvato nel 2019 e oggi, complici i rincari dei materiali, i 12,8 milioni ottenuti dal PNRR non basterebbero per costruire il nuovo biodigestore. La seconda questione, non meno rilevante e non meno complessa, riguarda il quantitativo di rifiuti da conferire nell’impianto che sorgerebbe nell’area della ex discarica di San Nicolao: per essere remunerativo, da progetto, l’impianto avrebbe bisogno di smaltire circa 45 mila tonnellate di rifiuti organici ogni anno. Oltre a quelli del bacino Acsr - circa 15 mila tonnellate all’anno - servirebbe quindi prelevare anche quelli del resto della Granda. Ad oggi, però, non c’è la disponibilità formale degli altri consorzi provinciali. Il motivo? Molto semplice: la proposta economica di Acsr non è concorrenziale rispetto agli accordi che al momento Csea (Saluzzese), Acem (Monregalese) e Coabser (Alba-Bra) hanno attivato con altri impianti per il conferimento dell’organico. In estrema sintesi: portare i rifiuti a Borgo San Dalmazzo comporterebbe per i tre consorzi costi maggiori. Solo Coabser, a onor del vero, ha fornito una disponibilità di massima, ma non ci sono - come detto - impegni formali.
 
L’iter è dunque arrivato a un bivio: procedere, accollandosi il rischio di avere un impianto nuovo di zecca ma senza i rifiuti per farlo funzionare, oppure fermarsi e rinunciare a quasi 13 milioni di finanziamenti? Venerdì, con ogni probabilità, arriverà la decisione finale.
 
Nel frattempo, negli ultimi giorni si è fatta strada anche una sorta di “exit strategy”, anche se ad oggi siamo nel campo delle ipotesi. Si tratta di un’alternativa, uno studio di fattibilità risalente al 2010 per il potenziamento dell’impianto di cogenerazione collegato al depuratore Acda di Basse San Sebastiano a Cuneo. Oggi per la produzione di energia elettrica viene utilizzato il gas generato dai fanghi: lo studio ipotizza l’utilizzo dei rifiuti organici e l’impianto, secondo quanto risulta, sarebbe dimensionato per il fabbisogno del bacino Acsr. Insomma: una soluzione che potrebbe risolvere in un colpo solo i problemi legati al discusso progetto per il biodigestore di Borgo San Dalmazzo.
 
Oggi, però, si tratta di una semplice ipotesi alternativa, una via che potrebbe essere percorsa solo se si decidesse di interrompere l’iter per l’impianto in località San Nicolao. Nel caso in cui si scegliesse di battere questa strada, servirebbe riunire intorno a un tavolo i 54 Comuni del bacino Acsr per poi eventualmente arrivare a un progetto vero e proprio. La situazione si farà senz’altro più chiara al termine di questa settimana: una vera e propria settimana della verità per uno dei temi più discussi degli ultimi anni a Cuneo e dintorni.

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