CUNEO - Bivacchi al Movicentro, anche questa estate nulla è cambiato

Il sottopassaggio vicino alla stazione di Cuneo è ancora meta di senzatetto e lavoratori stagionali. Intanto si aspetta il bando per la gestione del centro 'social food': verrà pubblicato entro pochi giorni

Andrea Cascioli-Samuele Mattio 17/08/2019 15:30


Per molti - certo non tutti - tra coloro che vivono “sicuri nelle loro tiepide case”, parafrasando la più celebre citazione di Primo Levi, l’estate è il momento dei viaggi, dell’evasione dalla routine quotidiana, o anche soltanto di un piacevole relax in una città svuotata, restituita ai ritmi lenti del vivere.

“Stessa spiaggia, stesso mare”, vale per molti di coloro che già sono in vacanza o si accingono a mettersi in viaggio. Non invece per chi non ha un posto da cui partire, né uno in cui andare. A questi ‘invisibili’ la città offre pochi rifugi, sempre gli stessi: da diversi anni, la scialuppa degli ultimi a Cuneo è il sottopassaggio del Movicentro.

Un’area nel pieno centro della città, a due passi dalla stazione ferroviaria e dal pronto soccorso, ma anche da corso Giolitti, dove gli effetti della crisi e il degrado delle attività commerciali hanno colpito ben più duramente che altrove. Sul sito del Comune si legge ancora oggi che il Movicentro “sarà pronto per la fine del 2007”: il complesso viene descritto come una stazione per autobus, treni, automobili private e biciclette, con un parcheggio multipiano da 577 posti e un fabbricato destinato a ospitare “le biglietterie, gli uffici, le sale di attesa, servizi igienici e locali commerciali come bar, edicola, tabacchi”.

Di tutto questo non è poi visto nulla a parte il rendering architettonico. Così uno dei progetti di trasformazione urbana più ambiziosi dell’ultimo decennio è ridotto a una cattedrale nel deserto, con tanti interrogativi sul futuro. Nel primo mandato della giunta Borgna vi si sono insediati una farmacia comunale e un presidio Acli, e ora si punta a ospitare nei locali rimasti sfitti il bar della stazione, ormai chiuso da anni: in questo senso va il progetto di rilancio presentato nel giugno 2018.

Si era parlato in quell’occasione un nuovo centro ‘social food’, anglicismo un po' roboante dietro cui si cela la volontà di riaprire il classico bar-tavola calda per i viaggiatori in arrivo e in partenza. Il project financing da 450mila euro complessivi verrebbe coperto per il 49% dal pubblico e per il 51% dal privato che gestirà i locali. Un contributo di 225mila euro arriverebbe dal governo attraverso il bando Periferie, di cui quello per la rivitalizzazione del Movicentro costituisce uno dei 19 progetti approvati a Cuneo. Questo è il futuro prossimo, ammesso e non concesso che un gestore si trovi: lo si saprà solo dopo i termini del bando, la cui pubblicazione da parte del Comune, conferma l'assessore Luca Serale, è questione di giorni.

Il presente invece è lo stesso degrado già visto in questi anni, specie nella stagione estiva, quando il dormitorio per l’emergenza freddo gestito dalla Croce Rossa chiude i battenti: nel sottopassaggio deserto si ritrovano stranieri e italiani, giovani e anziani, disoccupati e braccianti della frutta che al mattino vanno a lavorare in campagna. Per qualcuno è una sistemazione obbligata, altri chiedono solo di essere lasciati in pace.

Ogni estate gli stessi cartoni in terra, la stessa sporcizia, la stessa desolazione, documentata dalle immagini che abbiamo appena scattato a corredo di questo pezzo. Cambiano solo le facce, perché alcuni trovano un posto migliore in cui stare e altri vengono a sostituirli. Il Comune cerca di assicurare risposte a chi vive in condizioni di marginalità come ai residenti di una zona già degradata, ma fare i conti con questa ingombrante eredità dell’amministrazione Valmaggia non è facile. “Quando è stato progettato il Movicentro corso Giolitti non era quello di oggi” aveva ammesso l’anno scorso l’assessore Serale, presentando il progetto ‘social food’: in questa frase c’è un po’ tutto il rammarico per ciò che si pensava potesse essere e che poi non è stato. Resta da capire, adesso, cosa potrà esserci domani.

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