CUNEO - Blengino (Radicali) e Depetro (+Europa) contro Mallone: “Non si parli di utero in affitto”

Critiche all’intervento della consigliera cuneese di Fratelli d’Italia: “Stupisce sia così netta nell’affermare che queste gestanti siano solo vittime sfruttate”

31/05/2023 11:21

“Il linguaggio e le parole sono importanti. La consigliera Noemi Mallone sostiene che il modo più corretto di chiamare la gestazione per altri sia “utero in affitto”, quando invece il termine Gestazione per altri è puramente descrittivo, quindi neutro, e il secondo (da lei scelto) sottende, al contrario, un giudizio morale. Noi preferiamo instaurare un dibattito sulla questione libero da pregiudizi e senza condizionamenti aprioristici”. Così in una nota Filippo Blengino, segretario di Radicali Cuneo “G. Donadei”, e Alice Depetro, presidente di +Europa Granda, in risposta alla lettera aperta divulgata ieri dalla Consigliera di Fratelli d’Italia del capoluogo.
 
“È completamente insensato utilizzare la parola affitto nel contesto della GPA anche perché non vi è alcuna transazione di denaro nelle proposte da noi sostenute. La gravidanza sarebbe a titolo completamente gratuito, la gestante non riceverebbe soldi. Quello di questa destra è sessismo mascherato da vile pietismo: le donne che decidono di sottoporsi a GPA sono consapevoli a cosa vanno incontro, ben informate dal consenso medico-paziente, soprattutto assolutamente in grado di fare scelte autonome sulla propria salute e sul proprio corpo. Ci stupiamo che Mallone, in quanto donna, sia così netta nell’affermare che queste gestanti siano solo vittime sfruttate, senza esitare quindi a ritenerle incapaci di compiere una scelta autonoma. E ci stupiamo ancora di più di come Mallone, in quanto avvocato, possa confondere il tema della trascrizione dei figli delle coppie omogenitoriali, su cui il Consiglio comunale di Cuneo si è espresso a favore recentemente, con quello della GPA e, ancor di più, possa considerare come costituzionalmente accettabile l’introduzione del reato universale sulla GPA. I bambini una volta nati - concludono Blengino e Depetro -, indipendentemente da come siano venuti al mondo, devono essere riconosciuti come figli dei genitori che si sono assunti la responsabilità genitoriale”.

c.s.

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