CUNEO - “Bollette raddoppiate o triplicate, è come pagare un dipendente che non lavora”

I titolari dei bar del capoluogo chiedono un intervento del Governo: “Così non si può andare avanti”. Contenere i costi è un problema: “Risparmiare è difficile, non possiamo spegnere la luce del locale”

Redazione 28/03/2022 14:32

“E’ come assumere una persona che poi non lavora”. L’esempio più esplicativo per rendere l’idea di cosa significhi per un bar trovarsi a dover pagare una bolletta raddoppiata o triplicata, lo trova Simone Suriano, titolare di due attività a Cuneo, “Al 37”, in via Caraglio, e “Poivorrei”, in frazione Madonna dell’Olmo. In mano ha l’ultima bolletta: “Prima neanche ci facevo caso, perché i costi erano più o meno sempre gli stessi, ma questa è più di tre volte superiore. E’ come avere un dipendente che paghi, ma che non lavora. La nostra fortuna è che le attività vanno bene, ma il margine diventa sempre più sottile: devi sperare che non si inceppi nessun meccanismo. Questi rincari faranno chiudere tante serrande”. La soluzione? Provare a risparmiare è difficile per chi deve tenere continuamente in funzione macchine del caffè e frigoriferi e la luce non può spegnerla. Resta quindi la strada degli aumenti dei listini di caffè, cappuccini, cornetti e aperitivi: qualcuno li ha già introdotti, altri ci stanno pensando. “Su caffè e spritz, che sono tra i prodotti che nel nostro bar vanno maggiormente, abbiamo deciso di mantenere i prezzi invariati, ma il resto abbiamo dovuto aumentarlo, perché noi paghiamo tutto di più”, spiega ancora Simone Suriano, che come altri suoi colleghi invoca un intervento del Governo.
 
“Servono misure adeguate - conferma Giulio Rezzaro, titolare dello storico bar “800”, in via Roma -. La nostra bolletta è raddoppiata: al momento riusciamo a pagare tutti i dipendenti, mantenendo l’organico al completo, ma è dura andare avanti con queste condizioni, anche perché arriviamo da anni complicati a causa del Covid ed una ripresa completa per il nostro settore non c’è ancora stata. Questa ulteriore situazione gravosa va ad incidere pesantemente sui bilanci. Per chi ha un’attività, provare a risparmiare sui consumi è quasi impossibile, per cui questi rincari si andranno a riflettere sui listini prezzi. Noi al momento non abbiamo aumentato nulla, ma se saremo costretti, lo faremo”.
 
Anche al bar “Kalimocho”, in frazione Confreria, ancora nessun incremento, ma gli aumenti sono in arrivo: “Sì, fino ad oggi siamo riusciti a mantenere i prezzi come erano prima, ma ora siamo costretti ad adeguarci – dice il titolare Daniele Alessandria -: ci spiace che questa situazione ricada sui nostri clienti, ma siamo obbligati a farlo, perché noi abbiamo rincari su tutto. La nostra bolletta? Quasi triplicata rispetto a quanto eravamo abituati a pagare. La situazione è complicata, ci aspettiamo un intervento da parte della politica, perché con questi costi non è possibile andare avanti”.
 
Nel bar “Piaceri al Cubo”, in via XXVIII Aprile, qualche ritocco ai prezzi è già stato fatto. Per ora solo sul caffè: “Un aumento di 10 centesimi, siamo passati da 1 euro ad 1,10 - racconta il titolare Massimo Ardenti, che ha un bar anche a Fossano -: sinceramente non penso che sia la soluzione al problema, ma siamo stati costretti. La gente lo capisce, anche loro sono toccati da questi rincari. Vedremo più avanti se intervenire anche su altro: speriamo davvero di non doverlo fare”. Anche qui le ultime bollette sono state una mazzata: “La prima dopo i rincari è stata più del doppio, poi cambiando gestore siamo riusciti a ridurre un po’ i costi, ma resta comunque una bolletta decisamente più cara rispetto alle cifre a cui eravamo abituati. Purtroppo sono soldi che devi pagare, ma che non recupererai mai”.
Poco distante, sempre in via XXVIII Aprile, c’è chi la prima bolletta dei rincari la aspetta ancora: è Simona Pasquale del “Caffè Venezia”: “Sì, la attendiamo con tanta preoccupazione e sicuramente sarà un problema non da poco da affrontare. Per quanto possiamo, stiamo provando a fare tagli e a razionare le risorse, spegnendo le luci quando si può, per esempio. La situazione per il nostro settore è sempre più complicata: dopo il Covid non ci siamo ancora ripresi, le persone non escono, per strada c’è poca gente e noi dobbiamo cercare di sopravvivere. Speriamo in un intervento del Governo e delle associazioni di categoria, perché in questo momento ci sentiamo abbandonati”.

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