CUNEO - Bonus Covid, le Regioni assicurano: ‘Pronti a stanziare il doppio delle risorse messe in campo dal governo’

Fondi extra per medici e infermieri all’indomani del muro contro muro tra governo e giunta Cirio. E Icardi rilancia: ‘Aspettiamo risposte sull’idrossiclorochina’

Redazione 08/07/2020 19:05

 
Stamattina la Commissione Salute ha proposto al presidente Stefano Bonaccini di avviare il confronto con il governo, affinché venga condivisa l’interpretazione delle Regioni sugli stanziamenti delle risorse aggiuntive riservate al personale sanitario impegnato nell’emergenza coronavirus. Le Regioni sono unanimemente d’accordo nel ritenere di poter stanziare fino al doppio delle risorse messe a disposizione dal governo per la medesima finalità: “Nel caso del Piemonte, se il governo ha stanziato 18 milioni, la Regione ha il diritto di aggiungerne di tasca propria altri 36, così come è avvenuto” spiega l’assessore regionale alla Sanità del Piemonte e coordinatore nazionale della Commissione Salute, Luigi Genesio Icardi.
 
Domani (giovedì 9 luglio), continua Icardi, “la questione sarà posta nella Conferenza delle Regioni e mi auguro che possa sbloccarsi al più presto, permettendoci di mettere nella busta paga dei lavoratori quanto già concordato tra le parti e ampiamente meritato da chi ha lavorato con alto rischio di esposizione al contagio”: solo ieri infatti l’assessore era stato raggiunto dalla notizia dell’impugnazione da parte dello Stato della legge regionale contenente i fondi per il ‘bonus Covid’. Una doccia fredda che ha suscitato anche una dura presa di posizione dei sindacati di medici e infermieri.
 
Al termine della riunione odierna della Commissione Salute è stata anche condivisa la richiesta dello stesso assessore di  sollecitare l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) perché metta a disposizione la relazione e gli studi che sono alla base della decisione dell’Agenzia di bloccare l’uso dell’idrossiclorochina nei protocolli sperimentali per la cura del Covid in fase precoce.
 
“È necessario che l’Aifa apra al più presto il confronto con le rappresentanze sanitarie - osserva Icardi - per ragionare sui dati delle singole sperimentazioni regionali, valutando le migliori opzioni di cura fin qui disponibili ed eventualmente indicando protocolli di cura alternativi, per evitare che il territorio si trovi disarmato di fronte al contagio”.

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