BORGO SAN DALMAZZO - Borgo, dopo oltre tre anni via Grandis resta chiusa: il Comune lavora per sbloccare la situazione

Gli aggiornamenti ieri sera in Consiglio comunale: in corso trattative per l'acquisizione (e la successiva demolizione) di alcuni degli immobili interessati dai cedimenti ad agosto del 2019

Andrea Dalmasso 29/09/2022 12:06

La situazione di via Grandis è uno dei principali “nodi” da sciogliere per l’amministrazione comunale di Borgo San Dalmazzo in carica dallo scorso giugno. Chiusa al traffico nel mese di agosto del 2019 dopo il cedimento di alcuni stabili che vi si affacciano causato dalla sottostante Bealera Nuova, dopo oltre tre anni la strada non è ancora stata riaperta. Il tema è stato affrontato ieri sera, mercoledì 28 settembre, in Consiglio comunale: a richiedere aggiornamenti con un’interrogazione è stato il consigliere di “La Torre” Marco Bassino. A rispondere facendo il punto della situazione la sindaca Roberta Robbione.
 
La prima cittadina ha dapprima fornito un riassunto degli eventi: i cedimenti, secondo quanto emerso dalla perizia condotta dal CTU incaricato dal Tribunale, l’ingegner Lodovico Spessotto, sono stati causati da una “anomalia nel terreno presente negli strati profondi sotto il canale irriguo, che induce a pensare alla presenza di fenomeni di natura carsica”. Si legge nella perizia: “Si ritiene sia stato il crollo di una cavità carsica ad opera di acque di infiltrazione di origine non nota a produrre i vistosi cedimenti superficiali degli edifici. Si può invece escludere l’origine superficiale del dissesto”. Sempre secondo lo stesso documento per alcuni degli immobili coinvolti non si ritiene possibile procedere con interventi di riparazione, ma è necessaria la demolizione. 
 
A complicare ulteriormente una situazione decisamente complessa la proprietà frammentata degli stabili interessati dai cedimenti, che fanno capo alle famiglie Grandis e Ghibaudo, agli eredi Pocchiola e alle Fondazioni AIRC e AISM. Diverse proprietà per diverse situazioni, anche queste riassunte ieri sera da Roberta Robbione. La famiglia Grandis ha proceduto celermente ai lavori di consolidamento del suo fabbricato ed è oggi in procinto di completare la tinteggiatura delle facciate. “Dall’altra, sul lato opposto della via, ritroviamo un contesto totalmente diverso, caratterizzato dalla presenza di immobili che sono pervenuti agli attuali proprietari attraverso lasciti ed eredità attualmente non tutti perfezionati. Le altre proprietà, ritenendo preferibile procedere alla demolizione degli immobili, hanno avviato trattative con l’amministrazione comunale precedente, finalizzate alla cessione degli immobili stessi, anche al fine di cogliere l’occasione per riqualificare le aree interessate. Si sono svolti alcuni incontri, che però non hanno sortito alcun risultato, anche perchè al termine dello scorso mandato la parte politica non vi ha presenziato”, ha spiegato la prima cittadina borgarina. 
 
Ad oggi le Fondazioni AIRC e AISM hanno avanzato una proposta di cessione dell’area, previa demolizione del fabbricato a loro spese. Una cessione, ha spiegato la Sindaca, “condizionata al trasferimento a un terzo soggetto della volumetria, per la quale è in corso tra la proprietà e un soggetto economico interessato la definizione della cessione del diritto edificatorio”. Analoga situazione per la parte che fa capo alla proprietà Ghibaudo. Più complicata la situazione della parte degli eredi Pocchiola, considerato il mancato perfezionamento della successione e la frammentazione della proprietà, con alcuni comproprietari residenti all’estero e altri con limitata capacità di agire.
 
Questa, in sostanza, la situazione attuale: per la proprietà Grandis è imminente la dichiarazione di agibilità dello stabile, per quelle AIRC, AISM e Ghibaudo l’Ufficio Urbanistica sta definendo la procedura più rapida in considerazione delle trattative intercorse, mentre per la proprietà Pocchiola - ha concluso Robbione - “è già stata avviata dal tecnico di parte la procedura per l’acquisizione del consenso alla cessione dei residenti all’estero”. Qualora non si dovesse giungere a una soluzione in tempi ragionevolmente brevi, l’amministrazione si muoverebbe poi per attuare l’ordinanza che obbliga i proprietari a mettere il Comune nelle condizioni di intervenire per la riapertura della strada.
 
Sin dalle prime settimane successive al proprio insediamento l’amministrazione ha operato con l’obiettivo di giungere alla riapertura di via Grandis, mediante incontri con tutti i soggetti coinvolti e il lavoro congiunto di tutti gli uffici comunali”, ha assicurato la Sindaca. Un “rebus” di difficile soluzione: ad oggi, insomma, non è possibile stabilire tempistiche certe per la riapertura.
 

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