BORGO SAN DALMAZZO - Borgo San Dalmazzo, la minoranza torna a chiedere chiarimenti sulla gestione della 'Padre Fantino'

Al centro di un'interrogazione presentata dal gruppo 'Borgo 3.0' alcuni documenti promessi alle famiglie degli ospiti deceduti in primavera e mai consegnati

a.d. 25/11/2020 10:14

Si tornerà a parlare della casa di riposo “Padre Fantino” nel prossimo Consiglio comunale di Borgo San Dalmazzo: a proporre un’interrogazione sul tema i consiglieri comunali del gruppo “Borgo 3.0”. Se in questa seconda ondata di contagi da Covid-19 la situazione all’interno della RSA di via Monte Bianco sembra attualmente sotto controllo, nella scorsa primavera la struttura gestita dalla cooperativa vercellese “Punto Service” era finita al centro delle polemiche a causa del drammatico numero di contagi e di decessi tra gli ospiti.
 
Il dubbio che la cooperativa non abbia saputo gestire nei modi dovuti l’emergenza - si legge nell’interrogazione presentata dal gruppo di minoranza - ha portato i parenti degli anziani deceduti a richiedere un incontro con i responsabili della struttura stessa, cosa che è avvenuta il 22 aprile 2020 scorso. Le risposte fornite in tale occasione sono state perentorie: in quella sede è stato detto che la cooperativa, avendo agito tempestivamente e non avendo quindi nulla da nascondere, avrebbe consegnato al Sindaco copia delle mail di richiesta tamponi e relative risposte negative dell’ASL per metterle a disposizione dei parenti”. A più di sei mesi da quel giorno, però, secondo quanto riferiscono i consiglieri di “Borgo 3.0” la documentazione non risulta essere stata consegnata né all’amministrazione borgarina né alle famiglie, nonostante i ripetuti solleciti: “Tutto ciò non può che rafforzare i dubbi sull’operato della Punto Service ed aggiunge ulteriore dolore nei congiunti degli anziani deceduti”.
 
Se confermata la mancata consegna della documentazione richiesta, i firmatari dell’interrogazione chiederanno quindi al sindaco Gian Paolo Beretta se non sia possibile ottenere la stessa direttamente dall’ASL e “di farsi parte attiva per una diffida formale alla cooperativa, volta ad ottenere le prove del proprio operato, non essendo accettabile la semplice dichiarazione verbale fin qui resa, stante la gravità della situazione creatasi presso l’RSA nei giorni di marzo ed aprile”.
 
Nel testo, inoltre, si chiede se “corrisponde al vero che ci sarebbe in corso un’indagine giudiziaria sull’intera vicenda” e quale sia, in tal caso, “la posizione dell’amministrazione comunale”.
 

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