CUNEO - Calderoli a Cuneo per i referendum sulla giustizia: “Il sistema non funziona, democrazia a rischio”

“I politici non mettono mano alla giustizia perché si rischia che un procuratore ti metta sotto accusa” denuncia il vicepresidente del Senato leghista

Redazione 04/06/2022 13:45

“Il sistema non funziona e mette a rischio la democrazia. Dopo ogni accusa e avviso di garanzia ci sono notti insonni, problemi in famiglia. I politici non mettono mano alla giustizia, perché poi rischi che un procuratore ti metta sotto accusa”. Così Roberto Calderoli (Lega), vicepresidente del Senato, a Cuneo per un dibattito sui cinque referendum, in programma il 12 giugno, dove ha parlato insieme al procuratore capo Onelio Dodero e al giudice Alberto Boetti. L’ex ministro, le cui dichiarazioni sono state raccolte dall’Ansa, è in sciopero della fame per denunciare il “muro di silenzio” nel dibattito pubblico ai referendum abrogativi.
 
“In oltre 30 anni in Parlamento - ha aggiunto - mi hanno accusato di tutto: attentato all’integrità dello Stato, associazione sovversiva, costituzione di banda armata da cui sono stato assolto dopo 20 anni. Nel 2012 sono stato accusato di diffamazione aggravata, parole per cui mi sono scusato: due dopo condanne e 9 anni di attesa la Cassazione mi ha prosciolto la scorsa settimana. Da quando sono entrato in politica sono considerato dalla Procure un delinquente abituale: accuse da cui sono sempre stato assolto. I referendum possono cambiare la giustizia”.
 
“Nel 1987 - ha concluso - il referendum sulla responsabilità civile dei magistrati era costituzionale, questa volta è stato bocciato come quello su eutanasia e cannabis: erano i più attrattivi per la popolazione”.

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