CARAGLIO - Caraglio scossa dalla vicenda dell'educatore, ma al momento non è stato condannato

Le misure cautelari emesse nei confronti del 33enne accusato di rapporti sessuali con minori hanno fatto discutere alle porte della val Grana

s.m. 14/03/2018 15:58

“Fino a poco prima si parlava della ragazza di Valgrana premiata da Mattarella (Sofia Piola, riconosciuta Alfiere della Repbblica n.d.r.), purtroppo ciò che è accaduto le ha rubato la scena”. È  questo uno dei tanti commenti che si ascoltano tra le vie di Caraglio, ancora scossa dalla notizia delle misure cautelari emesse nei confronti 'dell'educatore' 33enne che lavorava presso l'istituto comprensivo 'Riberi'. L'uomo è accusato di  aver compiuto atti sessuali con minorenni e di aver ceduto a minori sostanze stupefacenti. Non è la prima volta che il comune alle porte della valle Grana deve fare i conti con un caso simile. In molti ricorderanno l'arresto nell'estate 2014 di Fabrizio Pellegrino, oggi ai domiciliari. Due casi diversi sotto molti punti di vista, paragonabili solamente perché anche in questo caso sono coinvolti minorenni.

In questa vicenda in molti dimenticano che nell'ordinamento italiano un accusato è innocente fino a condanna definitiva, figuriamoci se la condanna non c'è, neppure in primo grado. Al momento le misure cautelari si limitano alla disposizione della misura cautelare del divieto di dimora nella provincia di Cuneo nonché al divieto di avvicinamento entro i 300 metri dai luoghi frequentati da una delle ragazze.

Sta di fatto che in questi giorni a Caraglio non si parla d'altro. Il giovane sospettato di aver avuto relazioni sessuali con minorenni era un membro molto attivo della comunità caragliese (chi dice il contrario mente). Volontario, musicista (suona la batteria), animatore e istruttore di Softball, l'uomo frequentava spesso luoghi  in cui c'era una forte percentuale di adolescenti. In passato aveva anche provato a formare una squadra di Softball (disciplina simile al Baseball) a Valgrana. In molti nel paese di Santa Maria Assunta erano venuti in contatto con l'uomo, vuoi per un motivo vuoi per un altro: “Suonava con un mio amico”, “Avevo fatto animazione con lui” e così via. Molti caragliesi sostengono che non avesse mostrato alcun segno che potesse far pensare a qualcosa di simile.

Ad oggi Caraglio è molto scossa ed è comprensibile, specie per chi ha dei figli minorenni (ci mancherebbe il contrario), ma è bene evitare la gogna popolar-mediatica, in quanto al momento vige la presunzione di innocenza.

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