CUNEO - Caso Giordana, FdI a Cuneo “scarica” il sindaco di Valdieri. Solo Lauria lo difende, citando Pasolini

La condanna delle frasi sulla resistenza “divisiva” passa con voto quasi unanime. Manassero: “Se oggi siamo qui è perché c’è stata ottant’anni fa la liberazione”

Andrea Cascioli 01/05/2025 08:31

Da Nuto Revelli a Italo Calvino, da Piero Calamandrei a Ferruccio Parri, da Gianni Rodari a Pier Paolo Pasolini. Interventi intessuti di citazioni letterarie risuonano nell’aula del Consiglio comunale di Cuneo per parlare di un passato che non passa, legato alle memorie del 25 aprile.
 
Quelle memorie che il sindaco di Valdieri Guido Giordana non più tardi di un mese fa aveva definito “divisive”, facendo insorgere il centrosinistra e non solo. Un ordine del giorno contro le sue affermazioni era stato presentato - e bocciato - a Savigliano. A Cuneo invece la condanna è quasi unanime, tant’è che contro l’odg presentato dal Partito Democratico e dal gruppo misto di maggioranza votano solo in due, Mavy Civallero di SiAmo Cuneo e Beppe Lauria di Indipendenza!. Al voto non partecipano i due consiglieri di Fratelli d’Italia, il cui capogruppo Massimo Garnero parla di affermazioni “fatte a livello personale”: “Non è la linea del partito” assicura, aggiungendo che “mai come quest’anno il 25 aprile ha trovato una condivisione di intenti” e “riaffermato la centralità di quei valori democratici e liberali che il regime fascista negli anni ha purtroppo vietato”.
 
Per Claudia Carli, leader della pattuglia consiliare del Partito Democratico, sono “quantomeno imbarazzanti” le dichiarazioni di Giordana, al quale si rivolge: “Caro sindaco, le ricordiamo che il grande privilegio che lei oggi ricopre è un privilegio che lei ha grazie alla resistenza, grazie alla lotta di liberazione, grazie alla nostra repubblica: come rappresentante di un’istituzione, ha il dovere di conoscere e riconoscere la storia”. “Se possiamo discutere del 25 aprile è perché c’è stato il 25 aprile: mai uno slogan è stato più azzeccato” fa eco la consigliera dem Sara Manassero, che legge ai presenti alcune lettere di condannati a morte della resistenza e conclude: “Questo unico ideale, comune a tutti, non può essere divisivo: questi uomini hanno lottato per la nostra libertà, non per un’altra dittatura. Soprattutto, non erano tutti comunisti”.
 
Commosso il discorso con cui Stefania D’Ulisse (Cuneo Solidale Democratica) ricorda la vicenda degli internati militari e le rappresaglie tedesche sulla linea Gustav, tramandate nella sua famiglia di origini abruzzesi. “La resistenza fu unitiva, non divisiva” sottolinea Paolo Armellini (Indipendenti), per il quale “il 25 aprile è divisivo soltanto per coloro che non hanno ancora fatto i conti con la storia”. Dal gruppo Centro per Cuneo, compatto nel sostenere l’ordine del giorno, si alzano le voci di Serena Garelli (“leggere che la lotta di liberazione è ‘divisiva’ è sicuramente qualcosa di un po’ anomalo”) e di Silvano Enrici, che definisce Giordana “un giovane sindaco che ha dimostrato di non conoscere la storia”.
 
“Se oggi siamo qui, con i nostri ruoli e con la possibilità di dire qualsiasi cosa pensiamo, è perché c’è stata ottant’anni fa la liberazione del Paese e una lotta di resistenza” sintetizza la sindaca Patrizia Manassero, menzionando la campagna di Russia e il modo in cui “attorno a questo ricordo alpino con i sindaci tutti, anche il sindaco di Valdieri, ci troviamo per ricordare quelle vittime: ma non possiamo non ricordare qual è il passaggio storico che li ha portati laggiù e non li ha più fatti tornare, e chi è che li ha mandati laggiù”.
 
La stecca nel coro arriva, prevedibilmente, da Beppe Lauria. “Non mi interessa difendere il sindaco Giordana né parlare di qualcosa che appartiene alla storia e che non posso minimamente contraddire” premette l’ex aennino, che aggiunge: “Ci sono lettere di giovani fascisti trucidati dopo il 25 aprile, passati per le armi per mera vendetta: alcuni hanno regolato questioni personali, ma questo appartiene alla pochezza dell’uomo. Dovremmo smetterla di ricercare nell’antifascismo militante il senso del nostro esistere”. Un cenno, nel giorno dell’anniversario, all’omicidio di Sergio Ramelli: “Non sono antifascista, perché non riuscirei a esserlo soprattutto oggi che ricordo essere stato ucciso cinquant’anni fa un ragazzo che aveva l’unica colpa di essere, per qualcuno, ‘un fascista’”. Lauria conclude quindi citando un articolo scritto da Pier Paolo Pasolini su L’Europeo, nel 1974, dove si stigmatizzava “una forma di antifascismo archeologico che è poi un buon pretesto per procurarsi una patente di antifascismo reale”.
 
Qualche polemica si era accesa già nella prima delle due sedute consiliari, lunedì, quando Franco Civallero (Forza Italia) aveva replicato con durezza agli attacchi di Cuneo Possibile contro la “festa della liberazione a singhiozzo”, che chiamavano in causa il circolo ‘L Caprissi presieduto dallo stesso Civallero e la banda cittadina “Duccio Galimberti”. “Il richiamo alla ‘sobrietà’ ci ha lasciati perplessi” ha ammesso la sindaca, riprendendo le disposizioni del governo nazionale e allontanando i sospetti di “sabotaggio” delle celebrazioni del 25 aprile: “Dobbiamo guardare al risultato, bello e forte in termini di partecipazione. C’erano tantissimi giovani, che non ci sono in quasi nessun altro evento”.

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