CUNEO - Chi accoglie e chi vive da migrante: sei storie premiate nel ricordo di Mario Riu

La cerimonia si è svolta venerdì 15 novembre in una sala gremita. RIcordati l’impegno e gli ideali dell’amato sindaco di Caramagna e vice-presidente della Provincia

18/11/2019 09:36

Sei esperienze di accoglienza e di integrazione dei migranti premiate fra le tante che raccontano il volto solidale e aperto della Granda: con questa iniziativa venerdì 15 novembre l’associazione Mario Riu ha voluto ricordare l’impegno e gli ideali dell’amato sindaco di Caramagna e vice-presidente della Provincia.

I premiati

Questa III edizione del Premio Mario Riu prevedeva due sezioni, una dedicata a chi si è distinto per iniziative di accoglienza e inclusione dei migranti e una rivolta agli stessi migranti che si sono distinti per la loro volontà di integrazione e che si sono adoperati per la crescita della comunità in cui vivono.

Per la categoria Accoglienza, il Premio Mario Riu 2019 è stato assegnato a Paola Colombo, 43 anni, di Ormea, che ha coordinato Il Centro di accoglienza migranti del Comune, diventato un modello nazionale per la sua efficienza ed efficacia in termini di formazione, inserimento sociale e lavorativo. Nella primavera 2018 Paola Colombo ha promosso una cooperativa (cui partecipano, come soci, tre dei ragazzi ospitati nel Cas) che sta recuperando castagneti abbandonati, realizzando coltivazioni di erbe officinali, manutenzione di sentieri e percorsi ciclabili. A ritirare il premio, insieme a Paola, c’era Isidor, originario del Camerun. “È diventato il miglior castanicoltore della Val Tanaro” – ha detto la presidente della cooperativa.

Per la sezione Migranti il Premio Mario Riu 2019 è andato a Youssouf Diomande, 24 anni, originario della Costa d’Avorio, che vive a Fossano e lavora a Centallo. Giunto in Italia dopo mille vicissitudini, ha cercato di rendersi subito autonomo attraverso lo studio e il lavoro, rinunciando all’assistenza prevista per i richiedenti asilo. capacità, ma nonostante questo rischia l’espatrio (la sua domanda d’asilo è stata respinta ed è in attesa dell’esito del ricorso) perché la Costa d’Avorio non rientra nella lista dei pochi Paesi per i quali è concesso l’asilo e il percorso di integrazione (che prima veniva valutato positivamente) ha perso ogni valore ai fini della valutazione per la concessione del permesso d’asilo. Youssouf ha ringraziato Stefano Cassine, di Fossano, che gli è stato vicino in tutti questi anni. “Quando ho saputo che la mia domanda d’asilo non è stata accolta mi sono perso di coraggio, pensavo di abbandonare tutto; Stefano mi ha incoraggiato, mi ha spronato ad andare avanti. Per me è come un padre”.

Sono stati assegnati inoltre quattro Premi speciali

La Coop. Franco Centro di Mondovì che attraverso un certosino lavoro dal basso, inclusivo, è riuscita a riaprire il bar-ristorante della stazione chiuso dal 2014 (il “Caffè sociale”). La cooperativa ha “restituito” i locali e gli spazi della stazione al quartiere (in cui vivono per lo più famiglie di stranieri) facendone un luogo di aggregazione. L’Azienda Inalpi di Moretta che, in collaborazione con l’Associazione Papa Giovanni, ha avviato un progetto di inserimento al lavoro di ragazzi e ragazze ospiti del Centro di accoglienza di Saluzzo. Si tratta per lo più profughi in attesa di asilo e ragazze sfuggite alla tratta di essere umani; entrati in caseificio in tempi diversi, hanno iniziato un percorso di formazione al lavoro e di integrazione sul territorio; molti di questi ragazzi, partiti con un tirocinio, sono già contrattualizzati. L’azienda ha deciso di devolvere il premio alla Casa di pronta accoglienza dell’Associazione Papa Giovanni. “In questi anni è nata un’ottima collaborazione con Franco e Katia della Casa famiglia - ha detto la direttrice delle Risorse umane Inalpi Wanda Sapino, che ha ricordato la sua amicizia con Mario Riu, di cui ha sempre apprezzato la grande umanità. Erio Ambrosino, ringraziando a nome dell’Associazione Papa Giovanni, ha auspicato che la collaborazione con Inalpi possa proseguire. “Attraverso il lavoro i ragazzi acquistano dignità”.

Iman Babakhali, 19 anni, di origine marocchina, 2° anno di Laurea in Storia; la più giovane consigliera comunale del Comune di Bra. Il sindaco le ha assegnato la delega alle Politiche giovanili: sta progettando percorsi di conoscenza e consapevolezza rivolti alle scuole sulle questioni legate all’immigrazione e alla richiesta d’asilo e sta lavorando alla creazione di un organismo che riunisca e rappresenti le Comunità straniere presenti in città. “Questo è un anno straordinario – ha detto -; prima l’elezione e ora questo premio -. Ringrazio il sindaco che mi ha voluta nella sua squadra”. Mahmadou Yallow, originario del Gambia (vive a Cavallermaggiore), ha sempre dimostrato una grande volontà di inclusione attraverso il volontariato, lo studio e il lavoro. Come richiedente asilo, a Savigliano, ha operato con l’associazione Tam Tam; ora, a Cavallermaggiore, svolge attività di volontariato con l’associazione Pro tetto e segue un corso per diventare volontario della Croce rossa; presto ne inizierà un secondo per prestare servizio in ambulanza. Nonostante il suo credo religioso, ha accettato di fare lo stage in un salumificio, a completamento di un corso professionale da macellaio. Mahmadou, accompagnato dagli amici dell’associazione Pro tetto e dal sindaco Sannazzaro, ha ringraziato tutti.

“Il lavoro strumento di integrazione”

“Le storie premiate hanno tutte come filo conduttore il lavoro – ha commentato il presidente dell’associazione Andrea Alfieri -, perché proprio attraverso il lavoro i migranti hanno la possibilità di integrarsi, conoscere la nostra cultura, le nostre tradizioni, il nostro stile di vita e, soprattutto, di acquisire dignità, rendendosi economicamente autonomi. Inoltre – ha aggiunto Alfieri – le storie che abbiamo raccontato dimostrano che l'integrazione può essere davvero un'occasione di crescita per tutti”. Del diritto e del dovere a un sistema di accoglienza che preveda un percorso reale di integrazione ha parlato la vice-presidente del Senato Anna Rossomando, sottolineando come questo sia particolarmente complicato in un periodo in cui tutti stanno perdendo qualcosa. “Quando si è in condizione di paura si può decidere di aumentare la rete di protezione oppure accelerare sulla paura. Purtroppo questa è la scelta che stanno facendo molte forze politiche. Ma attenzione: quando si arretra sul terreno dei diritti degli altri si arretra anche sui proprii”. “L'umanità ci chiede di non spersonalizzare la questione migrazione. Non se ne può parlare come se parlassimo di oggetti”. E ha concluso: “Il modo per ricordare Riu e di essere militanti dell'umanesimo e dell'umanità”.

Gli scout di Cavallermaggiore e Racconigi e i migranti

Una menzione speciale è stata assegnata ai gruppi Scout di Cavallermaggiore e Racconigi quest’anno hanno lavorato sul tema dei migranti. Un vero e proprio lavoro di inchiesta/ricerca sul campo: hanno incontrato giornalisti che conducono trasmissioni di approfondimento sul tema, cooperative che operano nel settore dell’accogienza migranti, avvocati che conoscono la legislazione specifica, hanno redatto e somministrato un questionario a un campione di adulti della loro zona. E infine hanno trascorso due giorni in un Centro di accoglienza. Venerdì hanno raccontato questa loro esperienza, con la freschezza dei loro anni. Alla cerimonia di premiazione, che si è svolta nella sala conferenze Ping gremita hanno preso parte numerosi amministratori locali: tra gli altri il presidente della Provincia e sindaco di Cuneo Federico Borgna, Il vicepresidente della Provincia Flavio Manavella, il vice sindaco di Cuneo Patrizia Manassero, i sindaci di Caramagna Maria Coppola, di Bra Giovanni Fogliato, di Cavallermaggiore Davide Sannazzaro, di Ormea Giorgio Ferraris. Presente anche il presidente della Fondazione Crt Giovanni Quaglia, socio dell’associazione, che ha ricordato l’«amico Mario», uomo di relazione.

c.s.

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