CUNEO - Chiara Gribaudo attacca sull'Asti-Cuneo: 'L'opera rischia un ritardo di altri due anni'

La deputata PD: 'Toninelli deve ritirare la sua idea assurda e riprendere l'accordo firmato da Delrio'. I Cinque Stelle: 'Nessun ritardo, semplice rispetto delle regole'

s.m. 05/04/2019 09:41

Sulla partita dell'Asti-Cuneo il Movimento Cinque Stelle si gioca buona parte della sua credibilità, almeno per quanto riguarda la provincia di Cuneo. La visita del 18 febbraio scorso del premier Giuseppe Conte e del ministro Danilo Toninelli, con l'annuncio della ripresa dei lavori entro l'estate, aveva incanalato, almeno in via teorica, l'annosa questione verso un epilogo positivo. Nella serata di ieri, giovedì 4 aprile, si è svolto il CIPE (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) al quale è stato portato sotto forma di informativa (non era all'ordine del giorno) lo sblocco del cantiere dell’autostrada Asti-Cuneo. Quello che doveva essere il primo passaggio per uno sblocco della questione si è però risolto con un nulla di fatto. 
 
Alla riunione erano presenti anche la deputata del Partito Democratico Chiara Gribaudo e l'assessore regionale ai Trasporti Francesco Balocco. La parlamentare è intervenuta sulla questione stamattina con un comunicato stampa: “La Commissione Europea non ha autorizzato nessun cambiamento degli accordi sull’Asti Cuneo e il Ministero non ha ancora inviato a Bruxelles nessun dato: dal CIPE di ieri sera, al quale ho assistito insieme all'assessore Balocco, è emerso che non si può costruire l'autostrada attraverso l’aumento del valore di subentro sulla A4: nei documenti del governo stesso si legge che potrebbe causare addirittura una procedura di infrazione europea. Ciò significa che il piano di Toninelli è bloccato e che sul moncone di Cherasco è stato girato dal premier Conte solo l'ennesimo spot elettorale, prendendo in giro istituzioni e cittadini cuneesi”. 
 
L'attacco dell'esponente del Partito Democratico è poi proseguito senza sconti: “L'A33 Asti-Cuneo non era nemmeno formalmente all'ordine del giorno. È stata solo consegnata un'informativa sulle concessioni autostradali, dove la Rappresentanza italiana presso la Commissione Europea riporta non solo lo stupore degli uffici per la volontà di modificare un accordo già preso e firmato, ma anche l’avvertimento che un valore di subentro eccessivamente alto – ha continuato la deputata dem – violerebbe la normativa sugli appalti e sarebbe respinto al mittente. Lo sospettavamo e adesso ne abbiamo la certezza: è impossibile alzare il valore di subentro sulla Torino-Milano a un miliardo di euro senza ledere la concorrenza nel settore autostradale. È un regalo inaccettabile al concessionario. Toninelli deve ritirare questa idea assurda e riprendere subito l’accordo firmato dal Ministro Delrio, che La Commissione europea aveva accettato e che consente di far partire i cantieri entro il 2019. Adesso basta scherzare, i cittadini di Asti e di Cuneo non possono veder rimandata l'opera di altri due anni per colpa dell'improvvisazione e dell'incompetenza di questo esecutivo".
 
A stretto giro di posta è arrivata la replica di Fabiana Dadone, deputata del Movimento Cinque Stelle, e del consigliere regionale Mauro Campo: "L’approvazione del piano economico finanziario, propedeutica alla successiva delibera del Comitato, è in corso, a seguito della consultazione dei concessionari autostradali da parte dell’autorità di regolazione dei trasporti. Nessun ritardo ma semplice rispetto delle nuove regole per i piani economico-finanziari (rivolte a tutte le società concessionarie) divenute legge con il decreto Genova grazie all’azione del Governo per il corretto riequilibrio del rapporto tra l’interesse dei cittadini e quello dei privati, troppo a lungo squilibrato nell’essenziale ambito delle concessioni autostradali. Il Governo conferma quindi il suo impegno, al fianco degli enti locali, per il rilancio delle infrastrutture locali".
 
 
 

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