Ha scatenato un putiferio il post della deputata borgarina del Pd Chiara Gribaudo in memoria di Carlo Giuliani. “Uscir di casa a vent'anni è quasi un obbligo, quasi un dovere” scrive la vicepresidente nazionale dei dem, citando Guccini con un pensiero per il militante no global ucciso a Genova, durante i disordini del G8 nel 2001.

 

“Perché un mondo migliore è ancora necessario” conclude Gribaudo, subito investita da un fuoco di fila. Per la verità già due anni fa, in occasione del ventesimo anniversario delle proteste, la “pasionaria” della sinistra cuneese aveva rivendicato quell’esperienza: “Ricordo bene quegli anni, gli anni di Porto Alegre e del Social Forum, con la mia generazione che chiedeva ai grandi del pianeta di fare i conti con le disuguaglianze crescenti dell’economia finanziaria, con i rischi ambientali e del cambiamento climatico, con il modello di sviluppo distruttivo del quale oggi raccogliamo i frutti avvelenati”.

 

Nessuna menzione, all’epoca, ai controversi fatti di piazza Alimonda. Giuliani, 23enne, venne colpito a morte da un proiettile sparato dal carabiniere ausiliario Mario Placanica dall’interno di un Land Rover Defender, dove tre militari si erano asserragliati: una celebre foto ritrae il no global davanti alla camionetta con un estintore in mano e il passamontagna calato sul volto, pochi istanti prima dello sparo. Placanica verrà in seguito prosciolto dal gip per uso legittimo delle armi e per legittima difesa, come richiesto anche dalla pubblica accusa. La perizia realizzata durante l’istruttoria, basata su un filmato, concluse che il colpo che aveva ucciso Giuliani fosse stato sparato verso l’alto e fosse rimbalzato su un sasso scagliato da un altro manifestante.

 

Oltre alle risposte su Twitter, perlopiù polemiche nei confronti della scelta di commemorare un episodio così controverso, a Gribaudo arriva anche la replica della senatrice di Fratelli d’Italia Paola Ambrogio: “Se il ‘mondo migliore’, a cui fa riferimento la Gribaudo, è quello in cui un ragazzo scaglia, con la volontà di uccidere, un estintore contro un carabiniere, siamo di fronte a un cortocircuito ideologico che impressiona e impaurisce. È questo il Pd targato Schlein? Il segretario del Partito Democratico, a proposito, cosa ne pensa? Non sente il dovere di chiarire, di prendere le distanze o, meglio, di stigmatizzare quanto sostenuto dalla sua vice?”.