CUNEO - Ciaburro, Casoni e Bongioanni: ‘No allo smantellamento della Cuneo-Mondovì’

I vertici di Fratelli d’Italia bollano come ‘miope e inadeguata’ la possibile trasformazione della ferrovia in una pista ciclabile: ‘La Granda è la terza isola italiana’

Redazione 22/07/2020 19:05

 
Riceviamo e pubblichiamo l’intervento dei vertici di Fratelli d’Italia sulla ferrovia Cuneo-Mondovì:
 
Il Comune di Beinette ha recentemente avviato uno studio di fattibilità volto a proporre lo smantellamento della ferrovia Cuneo - Mondovì per trasformarla in una pista ciclabile.
 
Una possibilità, questa, che Fratelli d’Italia reputa fortemente miope e inadeguata a rispondere alle esigenze di mobilità che si stanno facendo via via più pressanti sul nostro territorio provinciale, come ricorda il Circolo Territoriale di Beinette. È fuori dubbio che la situazione attuale è totalmente diversa da quella che, nel 2012, ha imposto la chiusura.
 
La Provincia di Cuneo è ormai la terza isola italiana: anni di tagli hanno contribuito a renderci sempre più isolati e a costringere i cittadini a preferire l’utilizzo dei mezzi privati a quelli pubblici, spesso insufficienti e poco capillari. È fondamentale ripensare il servizio pubblico locale: già adesso la Strada Provinciale 564, che collega Cuneo a Mondovì, è spesso satura. Cosa succederà quando tra alcuni anni le città attraversate dalla ferrovia si saranno espanse e la rete viaria sarà totalmente insufficiente? Non siamo di certo contrari alle piste ciclabili, ma la loro realizzazione non deve precludere definitivamente la riattivazione del servizio ferroviario. Certo non dimentichiamo la loro importanza per l’incentivo del turismo di prossimità ed ecosostenibile, ma sarebbe più opportuno proporne la realizzazione di percorsi in collina, boschivi e più vicini alla natura, che non in affiancamento a una trafficatissima strada provinciale, e sicuramente non in antitesi a un servizio di trasporto ferroviario.
 
Non dimentichiamo poi le ingenti spese che la Regione e la Provincia hanno sostenuto nell’ultimo decennio per la ferrovia Cuneo - Mondovì: dalla ricostruzione del ponte sul Gesso, distrutto dall’alluvione del 1994, al rinnovo dell’armamento e della segnalazione, ai sovrappassi delle tangenziali di Beinette e Pianfei, costate milioni di euro ciascuna.
 
Senza contare che lo smantellamento della ferrovia e la sua trasformazione in pista ciclabile comporterebbero certo costi esosi: un investimento che sarebbe forse più utile destinare a valutarne la riattivazione, magari in concomitanza con altre tratte dismesse negli anni passati in Provincia e in Regione, come la Ceva-Ormea, la Cuneo-Saluzzo e la Alba-Asti/Alessandria, nell’ottica di sistema e di rete che è sempre stata portante per il trasporto pubblico. In tal senso, basti pensare al ruolo che la tratta Cuneo-Mondovì potrebbe avere per i collegamenti con la Liguria, verso Savona e Genova, tanto in chiave commerciale, quanto in chiave turistica, velocizzando ad esempio il raggiungimento delle piste da sci delle nostre magnifiche vallate.
 
Distruggere le infrastrutture è un gesto miope: è nostro dovere ambire a una mobilità sostenibile avanzata e al passo con i tempi, inserita in un sistema integrato tra treno e autobus, che non può vedere quest’ultimo soppiantare definitivamente il primo. Diversi esempi di questo genere sono stati attuati in Europa e hanno sempre dimostrato il successo dell’iniziativa, con un’eccellente accoglienza da parte dei cittadini, che hanno spesso ricominciato a preferire i treni e il trasporto pubblico a quello privato. Basti pensare a quelle innovative soluzioni conosciute come metropolitane leggere, o tram-treno, che si stanno facendo strada nel panorama ferroviario: si tratta perlopiù di convogli leggeri ed economici, elettrici o diesel, che possono trasportare il doppio dei passeggeri di un autobus, in meno tempo, a un costo ridotto e in modo ecologico e sostenibile. L’obiettivo non deve essere sottrarre passeggeri ai bus, ma incentivare i cittadini a usare il treno e i mezzi pubblici in generale in sostituzione dei mezzi privati.
 
In tal senso, sarebbe ora di fondamentale importanza che le Province tornassero ad assumere quel ruolo di massimo rilievo che avevano in passato, ereditando dalla Regione almeno parte delle competenze relative alla programmazione del traporto pubblico locale e facendosi nuovamente le prime portatrici delle varie e diverse istanze del territorio.
 
In conclusione, forse non sarà possibile riaprire la ferrovia nell’immediato, ma sicuramente diventerà un’opera fondamentale e irrinunciabile nei prossimi anni. Smantellarla sarebbe un errore gravissimo.
 
On. Monica Ciaburro
Deputato della Repubblica Italiana
 
William Casoni
Coordinatore Provinciale Fratelli d’Italia - Cuneo
 
Paolo Bongioanni
Capogruppo in Consiglio Regionale di Fratelli d’Italia

Notizie interessanti:

Vedi altro