CUNEO - Cinema, quell’abitudine un po’ persa: “Ma qualche segnale di ripresa c’è”

Se da Cinelandia e Monviso traspare ottimismo in vista del futuro, c’è maggiore preoccupazione nelle parole dei responsabili di Lanteri e Nuovo Lux: “Confronto con il periodo pre-Covid disastroso. Stagione difficile e per noi già quasi finita”

Gabriele Destefanis 25/04/2022 09:47

Pubblicato in origine sul numero del 14 aprile del settimanale Cuneodice: ogni giovedì in edicola
 
“Un bel filmetto, tisanina e a letto”, diceva un giovane in un video diventato virale qualche mese fa e replicato da tanti sui social. Niente “baldoria”, anzi, voglia di stare in casa e rilassarsi godendosi un film sul divano. Una tendenza che i due anni di pandemia hanno esasperato, soppiantando altre abitudini, come quella di andare al cinema. E adesso, che lo stato di emergenza è terminato, le misure restrittive stanno scomparendo e il Covid non spaventa più come prima, le sale cinematografiche cuneesi continuano a soffrire. La capienza è tornata al 100%, le uniche limitazioni ancora in vigore sono il green pass rafforzato e l’obbligo di indossare la mascherina Ffp2, eppure la gente non va al cinema come faceva prima della pandemia. Ma non è tutta colpa del virus.
 
“Già prima del Covid il cinema è stato coinvolto da un periodo di grandi cambiamenti - commenta l’assessore cuneese Cristina Clerico, che parla in riferimento alla situazione del Monviso, gestito dal Comune -: oggi ci sono canali diversi di fruizione, che portano le persone ad andare meno nelle sale. Inoltre le produzioni hanno percorsi differenti rispetto al passato, a volte mancano titoli importanti e diventa difficile fare una programmazione. Con la pandemia, questa situazione si è ulteriormente complicata per il settore. Il pubblico a volte è disorientato, la risposta della gente è meno costante e prevedibile, ma c’è. Il cinema come ente e forma di comunicazione è talmente prezioso che non si può perdere”. Nonostante queste difficoltà, i numeri del Cinema Monviso sono confortanti. Li fornisce con soddisfazione l’assessore Clerico, che non nasconde il proprio ottimismo: “Dalla ripartenza, in 10 mesi abbiamo avuto circa 1000 persone al mese. Se si pensa che in un periodo simile, a cavallo tra il 2018 e il 2019, eravamo sulle 1500 presenze, credo che si possa essere decisamente contenti, considerando questa la tappa di un percorso. Al Monviso noi puntiamo su un cinema più di qualità e meno commerciale: per quanto ci riguarda, la ripartenza dopo il periodo più difficile c’è stata. Nei primi mesi c’erano timore e diffidenza, adesso il clima emotivo si sta normalizzando, l’abitudine ad andare al cinema sta tornando”.
 
Sensazioni confermate da Cinelandia, la realtà più importante del settore nel territorio del Cuneese, presente con le multisale di Borgo San Dalmazzo e Cuneo: “Dopo la seconda riapertura, nelle persone ha preso il sopravvento il desiderio di normalità, e devo dire che un ritorno al cinema c’è stato. - spiega il direttore di Cinelandia di Borgo San Dalmazzo Manuel Barello - I numeri sono certamente diversi rispetto a quelli precedenti al Covid: al di là delle limitazioni, che stanno scomparendo, ci sono periodi in cui mancano titoli importanti, e questo incide, mentre quando ci sono film di un certo richiamo, la gente al cinema ci viene, e anche tanto”. È ripartita con più difficoltà, invece, la multisala di Cuneo, il Fiamma: “I numeri del capoluogo sono più bassi, perché parliamo di due clientele diverse: Borgo San Dalmazzo è maggiormente frequentato dai giovani, mentre Cuneo è più di nicchia. Come abbiamo vissuto gli ultimi due anni? Non sono stati facili, a volte sono passati messaggi sbagliati sui cinema come luoghi poco sicuri, quando in realtà con le misure adottate del distanziamento, delle mascherine e delle divisioni tra le poltrone, il livello di sicurezza era altissimo. Il cinema era e rimane un luogo assolutamente sicuro ed io sono fiducioso per il futuro: adesso si tratta di resistere, ma resto ottimista, perché la risposta delle persone c’è e la voglia di cinema sta tornando”.
 
Traspare decisamente meno fiducia dalle parole di Roberto Dutto, responsabile della programmazione di un altro cinema di Cuneo, il Lanteri: “Il confronto con il periodo pre-Covid è disastroso: siamo ad un 40% in meno di pubblico. Lo scorso autunno, quando siamo ripartiti dopo il lockdown, abbiamo avuto grandi difficoltà, mentre da gennaio una ripresa effettivamente c’è stata. Ma con la bella stagione le presenze diminuiranno, come accade ogni anno. La nostra situazione è particolare, non siamo una sala commerciale che cerca gli utili, ci basta riuscire a coprire le spese: finora, con tanta fatica, ci siamo riusciti, ma nell’ultimo periodo i rincari energetici ci hanno dato una bella mazzata. Il riscaldamento è quasi triplicato, così è complicato”. Oltre a proporre i film nel weekend, il Lanteri organizza anche rassegne infrasettimanali su temi specifici: “In collaborazione con associazioni locali, cerchiamo di concentrarci su argomenti che riteniamo interessanti e meritevoli di una riflessione, come l’ambiente o la disabilità: spesso con questi appuntamenti facciamo numeri migliori rispetto al fine settimana”.
 
Anche il Nuovo Cinema Lux di Centallo ha deciso, in questa ripartenza, di dare spazio ad iniziative diverse dai soliti titoli. “Durante i mesi della pandemia, abbiamo immaginato e poi dato concretezza ad un’alternativa - spiega Elio Giacoma, portavoce dei volontari che gestiscono la sala centallese - si tratta di progetti che riteniamo interessanti, realizzati da giovani della zona che meritano visibilità e attenzione. Ci stanno dando delle belle soddisfazioni: il pubblico risponde positivamente a questi appuntamenti; ad essere sincero, sono le uniche operazioni non in perdita di questa stagione. Come è stato il ritorno in sala dopo la riapertura? Abbastanza problematico. Si è faticato molto in questi mesi, per diverse ragioni: prima c’erano le regole a limitare la presenza della gente, ora che le misure si sono allentate e c’è di nuovo una sorta di normalità, siamo già a metà maggio e per noi la stagione si avvia verso la conclusione. A queste criticità, si aggiunge la poca disponibilità dei distributori che porta alla mancanza di titoli importanti da proporre”.

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