CUNEO - Cinque nuovi magistrati a Cuneo. Dodero: “Servono i giovani, abbiamo perso la fiducia della società civile”

La Procura è a pieno organico per la prima volta dall’unificazione con i tribunali di Saluzzo e Mondovì. Tra i nominati c’è il primo giudice di origine rumena

in foto: i nuovi magistrati del Tribunale e della Procura di Cuneo

Andrea Cascioli 27/09/2021 15:10

 
Si arricchisce di cinque nuovi magistrati l’organico del Tribunale e della Procura della Repubblica di Cuneo. Sono tutti di prima nomina: il più “anziano” ha 38 anni, la più giovane ne ha compiuti 31 da pochi giorni.
 
Tre sostituti procuratori andranno a completare l’organigramma della Procura: si tratta di Francesco Lucadello, nato a Pinerolo il 28 agosto 1983 (tirocinio svolto presso il Tribunale di Torino), Mario Pesucci, nato a Roma il 17 marzo 1988 (tirocinio presso il Tribunale di Roma) e Alessia Rosati, nata a Perugia l'8 settembre 1990 (tirocinio presso il Tribunale di Perugia). Insieme a loro sono entrate in servizio due giudici destinate l’una al Tribunale civile e l’altra all’Ufficio di sorveglianza: Chiara Martello, nata a Napoli il 27 maggio 1989 (già tirocinante al Tribunale di Napoli), andrà al civile, mentre Oana Andreea Mecles, nata a Viseu de Sus in Romania il 20 febbraio 1987 e proveniente dal Tribunale di Cagliari, è destinata alla funzione di magistrato di sorveglianza. La dottoressa Mecles, in Italia dal 2002, si è laureata all’università di Torino prima ancora di acquisire la cittadinanza ed è il primo giudice di origine rumena nei ranghi della magistratura.
 
A tutti loro è giunto il benvenuto e l’augurio di buon lavoro da parte del presidente vicario del Tribunale Alberto Tetamo, del presidente dell’Ordine degli Avvocati Claudio Massa e del procuratore capo Onelio Dodero: “Per la prima volta dall’unificazione delle procure di Cuneo, Saluzzo e Mondovì siamo a pieno organico” ha osservato con soddisfazione quest’ultimo.
 
Dodero ha rivolto parole amare alle giovani toghe circa lo stato di salute della giustizia: “Cominciate il vostro servizio in uno dei momenti peggiori che la magistratura abbia mai affrontato. Abbiamo perso la fiducia della società civile e siamo a un passo da una delegittimazione che potrebbe portarci sotto altrui tutele. Buona parte di tutto questo è colpa nostra, allora anziché cercare scuse penso sia arrivato il momento di chiedere scusa”. Difficile non cogliere in queste dichiarazioni l’eco dello scandalo Palamara e della più recente bufera giudiziaria che ha coinvolto il consigliere del Csm Piercamillo Davigo e l’ex procuratore capo di Milano Francesco Greco. “Abbiamo bisogno dei giovani per risalire, sempre aggrappandoci ai valori della carta costituzionale su cui avete giurato. Siete l'occasione per aiutare anche noi a riprenderci, a cambiare” ha concluso il capo della Procura cuneese, con un consiglio in particolare ai nuovi colleghi: “Ai pm dico siate cauti, avrete a che fare con materiale umano che potrete danneggiare irreparabilmente. E sappiate che l'indipendenza è un lusso che a noi costa tantissimo ogni giorno e che spesso significa solitudine”.

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