CUNEO - Classifica di Legambiente, Cuneo è sedicesima: male per qualità dell’aria e dispersione dell’acqua

Bene le piste ciclabili, il numero di alberi e la raccolta differenziata, ma il presidente del circolo di Cuneo Bruno Piacenza sostiene che “non si stia facendo abbastanza”

Micol Maccario 18/11/2022 07:45

Cuneo si posiziona al sedicesimo posto nella classifica “Ecosistema Urbano 2022”, il report annuale realizzato da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 Ore, che analizza le performance ambientali dei 105 capoluoghi di provincia italiani. La ricerca tiene conto di 18 fattori ripartiti in sei aree: aria, acque, rifiuti, mobilità, ambiente urbano ed energia.
 
Nonostante ci siano dei progressi, a livello nazionale, il compimento del processo di transizione ecologica è ancora lontano. Questo ritardo “comporterà a livello globale e locale conseguenze gravissime, che in parte stiamo già sperimentando” ci spiega Bruno Piacenza, presidente del circolo Legambiente di Cuneo: “È evidente a tutti che la posizione della nostra città è buona in confronto ad altre realtà italiane e potrebbe ancora migliorare se le politiche locali fossero più ricettive sui reali problemi ambientali e se prendessero esempio da modelli virtuosi internazionali”.
 
I buoni esempi in Italia esistono, ma serve un cambio di passo definitivo secondo ciò che emerge dal rapporto. Le città si trovano paralizzate da anni da emergenze che peggiorano gradualmente, prima tra tutti quella dello smog, a seguire la produzione dei rifiuti e le perdite idriche. La capolista green è Bolzano, che avanza dal sesto posto dello scorso anno, la seguono Trento, Belluno, Reggio Emilia e Cosenza.
 
Rispetto al 2021 il capoluogo della Granda ha subito una retrocessione, passando dal quattordicesimo al sedicesimo posto di quest’anno. Ma, nei fatti, “la retrocessione di due posizioni in classifica è poca cosa e può essere collegata anche al miglioramento di altre realtà” spiega Piacenza.
 
Ci situiamo terzi a livello nazionale dietro a Reggio Emilia e Cremona per i metri di piste ciclabili urbane e primi per il numero di alberi in area città. Bene anche la raccolta differenziata, dove Cuneo si situa nel gruppo delle città in cui la percentuale di rifiuti differenziati supera il 65% della produzione totale.
 
Molti aspetti sono però da migliorare: un grave problema riguarda la dispersione della rete idrica. Cuneo si trova nel gruppo delle città con una perdita maggiore, pari a oltre il 25%. Per capire la gravità del fenomeno guardiamo ai dati. “In Europa mediamente vengono erogati 144 litri di acqua dolce per persona al giorno […] quasi tre volte il fabbisogno idrico previsto per i bisogni umani” si legge nel rapporto: “Le perdite nella rete di distribuzione possono arrivare mediamente fino al 60% dell’acqua distribuita. Basti pensare che un foro di 3 millimetri di larghezza in una condotta può portare a una perdita fino a 430 litri d’acqua al giorno, ovvero al consumo medio di una famiglia”. Si tratta di una situazione molto frequente nella nostra penisola, perché le reti idriche sono vecchie e non ricevono la dovuta manutenzione.
 
Il presidente di Legambiente Cuneo solleva anche il problema del consumo di suolo: “Mentre in città come Bra fanno tornare ad uso agricolo decine di migliaia di metri quadrati di suolo fertile, la tendenza della nostra amministrazione va in senso opposto. Questo è il frutto di uno strumento operativo, il piano regolatore, ormai datato e sovradimensionato, da modificare per tenere conto delle necessità urgenti della transizione ecologica in antitesi con quelle della speculazione edilizia”.
 
Un’ulteriore questione riguarda i dati sulla qualità dell’aria, giudicati solo “apparentemente buoni” da Bruno Piacenza perché rispettano “limiti oramai obsoleti”. Il problema è che l’amministrazione si muove in senso contrario rispetto alle tendenze europee che penalizzano l’ingresso delle automobili nel centro abitato, “ostinandosi a voler costruire costosissimi parcheggi in centro città”. Il presidente afferma che nel momento in cui saranno recepiti i nuovi limiti proposti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità “anche la nostra città sarà considerata a grave rischio per la salute umana a causa delle polveri sottili (PM 10 e 2,5) e degli ossidi di azoto (NOx)”. Le soluzioni per far fronte all’inquinamento dell’aria ci sarebbero. In primo luogo, sarebbe necessario aumentare il numero di isole pedonali e rendere tutta la città zona a 30 km/h, diminuendo di conseguenza gli incidenti automobilistici e riducendo il consumo di carburante durante le emissioni. “In tal senso ci si chiede anche perché sembrano non applicate le normative regionali che vietano la circolazione di autoveicoli molto inquinanti”, aggiunge.
 
Cuneo ha un buon sistema di raccolta differenziata, ma “produciamo ancora troppi rifiuti”. “È necessario intervenire a monte penalizzando, ad esempio, l’uso della plastica come contenitore monouso. Basti pensare alle migliaia di bottiglie di acqua minerale che potrebbero essere di vetro, perfettamente riutilizzabili” sottolinea il presidente, affermando che dovrebbero essere incoraggiate le buone pratiche volte a favorire un’economia circolare.
 
Un discorso a parte merita la tematica delle energie rinnovabili: “Troppi pochi tetti di edifici pubblici sono dotati di impianti fotovoltaici che contribuirebbero alla transizione energetica e, di questi tempi, anche alla riduzione delle bollette”. Sarebbe positivo, secondo Piacenza, promuovere comunità energetiche e solidali nel Comune di Cuneo per cercare davvero di dare una svolta a tale situazione. Gli elementi positivi ci sono: l’aumento delle piste ciclabili e il loro crescente utilizzo, i progetti di sensibilizzazione, come l’URBACT, proposti dall’amministrazione comunale e il ruolo sempre più rilevante del Parco fluviale Gesso e Stura. Ma per Legambiente non si sta facendo abbastanza: “Il parco va tutelato con la presenza di operatori e pubblici ufficiali che facciano rispettare i vincoli ambientali e salvaguardino le zone più fragili, va rispettato il deflusso minimo vitale di acqua nei nostri fiumi, serve implementare regolamenti comunali contro lo spreco alimentare, elettrico, materiale”. Sarebbe necessario “costruire meno e risanare maggiormente gli edifici già esistenti e cambiare il modo in cui ci spostiamo”. Perché solo con un cambiamento radicale la nostra città potrà iniziare un cambiamento profondo e compiere la tanto auspicata transizione ecologica.
 
Articolo pubblicato sul settimanale cartaceo di Cuneodice.it in edicola giovedì 17 novembre.

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