CUNEO - Coldiretti: 'Mai così tanti stranieri nei campi italiani'

Quasi 347 mila lavoratori arrivano dall'estero: il 3,8 per cento si trova in provincia di Cuneo

r.c. 26/10/2018 09:49

Nei campi italiani trovano lavoro quasi 347 mila braccianti stranieri, provenienti da 155 nazioni diverse: non sono mai stati così tanti. Il dato – come riferito dall'Ansa - emerge dall'analisi Coldiretti che ha collaborato al nuovo Dossier statistico Immigrazione 2018 Idos. Con oltre 30 milioni di giornate gli immigrati rappresentano il 26,2% del totale del lavoro necessario in agricoltura in Italia
 
La nazionalità più rappresentata è quella rumena, con 110.154 lavoratori; seguono i marocchini con 32.826 occupati, gli indiani (32.370), gli albanesi (30.799), i polacchi (13.532), i bulgari (12.439), i tunisini (12.881) e gli slovacchi (6.337). Quanto alla mappa geografica, sono 15 le province dove si concentra il 48,1% degli stranieri occupati in agricoltura; a partire da Foggia (5,8%), Bolzano (5,4%), Verona (5%) e Latina (4,1%); seguono poi Cuneo (3,8%), Ragusa (3,7%), Salerno (2,6%), Ravenna (2,6%), Cosenza (2,4%), Trento (2,3%), Ferrara (2,2%), Forlì-Cesena (2,2%), Bari (2,1%), Matera (1,9%) e Reggio Calabria (1,9%). 
 
Sono molti i “distretti agricoli” dove i lavoratori immigrati sono una componente bene integrata nel tessuto economico e sociale come nel caso – aggiunge la Coldiretti – della raccolta delle fragole nel Veronese, della preparazione delle barbatelle in Friuli, delle mele in Trentino, della frutta in Emilia Romagna, dell’uva in Piemonte fino agli allevamenti da latte in Lombardia dove a svolgere l’attività di bergamini sono soprattutto gli indiani mentre i macedoni sono coinvolti principalmente nella pastorizia. I lavoratori stranieri contribuiscono in modo strutturale e determinante all’economia agricola del Paese e rappresentano una componente indispensabile per garantire i primati del Made in Italy alimentare nel mondo su un territorio dove va assicurata la legalità per combattere inquietanti fenomeni malavitosi che umiliano gli uomini e il proprio lavoro e gettano una ombra su un settore che ha scelto con decisione la strada dell’attenzione alla sicurezza alimentare e ambientale”.


 

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