CUNEO - Coldiretti Piemonte: ‘Attenti a prezzi e provenienza della frutta’

Comprare le pesche a 1 euro al chilo al supermercato ‘vuol dire farsi complici di un sistema di sfruttamento che colpisce imprese e lavoratori’

09/08/2019 09:56


Nel clou della raccolta delle pesche in Piemonte, la Coldiretti invita a mantenere alta l’attenzione rispetto alla frutta che arriva dall’estero e che invade il mercato provocando squilibri economici.

“Frutta sì, ma piemontese e giustamente remunerata – evidenziano Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale –. Per i nostri frutticoltori permangono tempi duri: dalle albicocche alle pesche, la situazione prezzi è insostenibile ed è aggravata dalla grande distribuzione che continua ad applicare il suo strapotere acquistando e vendendo le pesche, ad esempio, a prezzi che non coprono neanche i costi di produzione”.

Una situazione, proseguono i rappresentanti dell’associazione di categoria, ormai più volte denunciata, anche in occasione dell’evento Frutta e Legalità, dello scorso 28 giugno, durante il quale Coldiretti ha acceso i riflettori sulle storture del mercato frutticolo piemontese che ha un fatturato di oltre 500 milioni di euro, con una superficie di 18.479 ettari e oltre 7 mila aziende.

Proprio in quella occasione il presidente della Regione, Alberto Cirio, si è impegnato ad attivare, su richiesta di Coldiretti e in collaborazione con l’Osservatorio Agromafie, un Osservatorio regionale su prezzi e sulle dinamiche del mercato dell’ortofrutta piemontese: “È importante ora dar seguito a tale impegno, concretizzando la prima delle 10 priorità che abbiamo presentato. Molta attenzione, inoltre, va posta alla frutta importata che viene venduta a prezzi molto bassi e della quale non conosciamo i metodi produttivi, motivo per cui è bene che continuino i controlli degli organi preposti”.

Alla luce di questo scenario, per Coldiretti i consumatori non dovrebbero comprare le pesche in offerta al supermercato al costo di 1 euro al Kg per non farsi complici di un sistema di sfruttamento che colpisce imprese frutticole e lavoratori: “Consigliamo, infatti, di verificare sempre attentamente l’origine – concludono Moncalvo e Rivarossa -, oltre a recarsi direttamente dai produttori nei punti vendita aziendali: questo significa veramente incentivare l’acquisto delle produzioni del nostro territorio”.

c.s.

Notizie interessanti:

Vedi altro