CUNEO - Come sta l'ambiente in Piemonte? E a Cuneo?

I risultati del rapporto qualità realizzato dal SNPA: all'ombra della Bisalta male le perdite della rete idrica e la percentuale di aree naturali protette

s.m. 20/12/2017 14:58

Il 14 dicembre scorso è stato presentato a Roma il Rapporto Qualità dell'ambiente urbano realizzato dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) che ha raccolto i dati, aggiornati al 2016, relativi a 119 aree urbane per capire come sta l'ambiente nel bel paese.
Dal rapporto sono emersi i dati relativi a consumo del suolo, verde urbano, inquinamento elettromagnetico, stato dell'aria e dell'acqua delle aree urbane della regione Piemonte e Cuneo non ha fatto eccezione, ma vediamo nel dettaglio tutte le categorie prese in considerazione.

Valori bassi per il consumo del suolo
 
Com'è risaputo il consumo di suolo è un fenomeno associato alla trasformazione di superfici originariamente agricole, naturali o seminaturali in aree a copertura artificiale a seguito della occupazione da parte di edifici, fabbricati, infrastrutture e altre aree impermeabilizzate, non necessariamente in area urbana. Al 2016 le grandi metropoli sono quelle che hanno la maggior percentuale del suolo consumato, anche superiori al 50% dell’intero territorio comunale. Il valore più elevato a livello nazionale è detenuto dal comune di Torino (65,7%), Cuneo si attesta al 16,1%, uno dei valori più bassi di tutti i capoluoghi di provincia piemontesi che presentano valori più contenuti di Torino, di cui solo due con percentuali maggiori del 20% (Biella 20,7% e Novara 20,1%). Tutti gli altri si situano al di sotto di questo valore (Asti 14,1%, Alessandria 15,9%, Verbania 18,5% e Vercelli 16,0%).
 
Bene anche la qualità dell'aria
 
Per quanto riguarda la qualità dell’aria, la lenta riduzione dei livelli di PM10 e NO2 in Italia, coerente con quanto osservato in Europa nell’ultimo decennio, è il risultato della riduzione congiunta delle emissioni di particolato primario e dei principali precursori del particolato secondario (ossidi di azoto, ossidi di zolfo, ammoniaca). Tuttavia, continuano a verificarsi superamenti del valore limite giornaliero del PM10 in molte aree urbane e, per quanto riguarda l’NO2, del limite annuale, nelle stazioni di monitoraggio collocate in prossimità di importanti arterie stradali.
Per il 2016 in Piemonte, la città di Torino presenta il maggior numero di giorni di superamento del limite giornaliero per le polveri sottili PM10 (75), situazione che si ripete nel 2017, al 10 dicembre, con un valore ancora superiore, pari a 103 giorni di superamento. Anche in altre città la situazione non è migliore (Alessandria 69 e 83 rispettivamente per il 2016 e 2017, Asti 71 e 78, Vercelli 50 e 74, Novara 40 e 62). Valori più contenuti si riscontrano per Biella 21 e 33, Cuneo 23 e 29 e Verbania 8 e 17. Insomma, chi risiede nel capoluogo della Granda può dormire sonni tranquilli per quanto riguarda questo aspetto. 
 
Sull'inquinamento elettromagnetico non ci siamo
 
Un po' meno per quanto riguarda l’inquinamento elettromagnetico,  che ha assunto un peso importante nell’ambito delle problematiche ambientali e sociali dell’ambiente urbano. A livello nazionale, si nota come nei vari comuni considerati venga installato in media un impianto stazione radio base ogni 1.000 abitanti. Questo dato viene confermato anche per la città di Cuneo (1,1). Dati analoghi per quanto riguarda Novara (1,0), Asti Alessandria (1,1); leggermente superiori per Verbania e Vercelli (1,2) e Biella (1,5). Nella città di Torino gli impianti sono 626 ed il valore di densità è di 0,7 impianti ogni 1000 abitanti.
 
Male anche i dati sulle perdite della rete idrica
 
I dati presenti sulle perdite della rete idrica fanno riferimento al Focus ISTAT presentato nell’ambito della “Giornata mondiale dell’acqua” a marzo 2017. Tale pubblicazione ha messo in evidenza che le perdite totali delle reti idriche nel 2015, per i 116 capoluoghi di provincia, è ancora molto critica e generalizzata. Non fanno eccezione i comuni piemontesi considerati con perdite intorno ai valori del 20-30% (Biella 21,9%, Novara 25,0%, Vercelli 24,5%, Asti 27,4%, Torino 27,9%, Alessandria 30,5%). Qui Cuneo è un vero colabrodo con il  35,7%, superata dalla sola Verbania, fanalino di coda con il 48,0%.
 
Per quanto riguarda invece i sistemi fognario-depurativi delle acque reflue urbane, la percentuale di acque reflue depurate in Piemonte si situa dal 90 al 100%.
 
Per quanto riguarda lo stato chimico delle acque superficiali, i dati raccolti in Piemonte (presentati attraverso i due indici previsti dalla normativa europea e riferiti al triennio 2014-2016) evidenziano che in tutte le città considerate, ad eccezione di Asti, i corpi idrici monitorati hanno raggiunto uno stato chimico buono (obiettivo previsto dalla normativa). Per quanto riguarda la valutazione dello stato ecologico, il numero delle città con corpi idrici in stato buono è invece decisamente inferiore: solo Cuneo, in compagnia di Biella e Verbania hanno raggiunto uno stato ecologico buono.
 
A sorpresa la percentuale di aree naturali protette si ferma al 5,3%
 
Nei contesti sempre più antropizzati delle odierne realtà urbane cresce la vulnerabilità dei territori e l’esposizione agli impatti dei cambiamenti climatici. In tali contesti, le infrastrutture verdi vanno considerate quali risorse strategiche per la resilienza urbana, la qualità della vita e la sostenibilità dello sviluppo. Il capitale naturale delle città va pertanto conosciuto, monitorato e gestito con competenza e attenzione, inteso come investimento per il futuro.
Tra i comuni piemontesi la percentuale di verde più aree naturali protette sul territorio comunale risulta significativa per i comuni di Biella (35,8%), Torino (18,4%), Asti (19%), e Verbania (17,9%). Decisamente scarsa la percentuale rilevata nei comuni di  Vercelli (4,4%), Novara (1,5%) e Alessandria (1,3%). A sorpresa è molto basso anche il dato riscontrato nel Comune di Cuneo, che si ferma al 5,3%. In relazione alle risposte delle amministrazioni locali in termini di strumenti di governo adottati si evidenzia che l’unico Comune che ha predisposto il Piano del verde è stato quello di Vercelli nel 2004.


Rielaborazione da Arpa Piemonte. 
 
 
 
 
 

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