CUNEO - Condanna Lucertolo’s per disturbo della quiete pubblica, le reazioni: “I gestori dei locali non sono sceriffi”

Le associazioni di categoria perplesse dopo la sentenza. Giorgio Chiesa: “Cuneo deve cambiare mentalità, la movida qui non c’è”. Il Comitato Centro Storico: “Dispiace quando si arriva alle vie legali, ma servono più controlli”

Samuele Mattio 04/02/2021 18:10

 
La notizia della condanna del titolare del ristopub Lucertolo’s di Cuneo, ritenuto responsabile di disturbo della quiete pubblica per “omessa vigilanza” sui clienti del dehor durante l’estate del 2017, ha fatto discutere. Il 40enne cuneese Marco Tomatis, che dal 2007 gestisce la storica birreria ex Polaris dovrà (salvo appello) pagare un’ammenda da 300 euro e rimborsare le spese legali delle parti offese, vale a dire i vicini che l’hanno portato in Tribunale.
 
Le reazioni sono state comprensibilmente contrastanti, tra chi rivendica il diritto alla tranquillità e chi difende il lavoro del locale. Il Comitato del Centro Storico, presieduto da Noemi Ciacci, insiste da tempo su una regolamentazione del rapporto tra esercenti e residenti. “Non siamo contenti, quando si passa alle vie legali non è mai bello - commenta -.  Ci rendiamo conto che i locali devono lavorare per vivere, ma se ci fosse una normativa più specifica e soprattutto se ci fossero i controlli non saremmo arrivati a questo punto”. “Lo scorso anno - aggiunge - dovevamo arrivare a firmare un decalogo di convivenza con i commercianti, ma poi il Covid ha bloccato il discorso”.
 
Da parte delle associazioni di categoria c’è perplessità. “Le sentenze si rispettano, ma questo non significa condividerle - osserva il presidente dell’associazione Albergatori ed Esercenti della provincia di Cuneo Giorgio Chiesa -. È ingiusto addossare ai gestori dei locali l’onere di diventare degli sceriffi, se ci sono dei maleducati che fanno schiamazzi devono risponderne personalmente”. “Le leggi che limitano le attività fino alla mezzanotte vanno cambiate se non vogliamo che Cuneo sia una città morta, bisogna capire che il commercio è un baluardo contro la delinquenza”,  aggiunge il titolare del Lovera Palace, che continua con una considerazione: "Cuneo deve cambiare mentalità, passando da quella di un ‘paesone’ a quella di una città. E per favore non parliamo di movida - chiosa - forse ci sono dei rumori, ma non certo movida”.
 
Intanto Confcommercio partendo dal decalogo auspicato dal quartiere Cuneo Centro, sta procedendo alla stesura di una bozza di ‘Patto cittadino’ che contempli e riesca a far coabitare il diritto al lavoro delle attività commerciali e quello di riposare dei residenti. Siglato l’accordo sarà istituito un tavolo di lavoro a regia comunale che avrà il compito di monitorare la situazione e verificare il rispetto dei reciproci accordi.
 
Tra gli interessati alla risoluzione del problema c’è l’assessore ai Comparti Prodottivi e ai Quartieri Luca Serale, che conferma l’impegno dell'amministrazione comunale per arrivare a una soluzione: “Stiamo parlando di un tema che interessa le attività commerciali e i cittadini - spiega - è nostro interesse arrivare al ‘patto cittadino’: attraversiamo un momento difficile per le nostre attività e la gente è frustrata. L’intenzione è quella di arrivare a un accordo prima dell’estate”.

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