CUNEO - Confartigianato contro la legge di bilancio: ‘L’ecobonus uccide le imprese’

Il grido d’allarme rivolto ai parlamentari della Granda: ‘A rischio 25mila posti’. Sotto accusa anche plastic tax e accise al gasolio commerciale

Andrea Cascioli 19/11/2019 08:17


È un vero cahier de doléances quello che la Confartigianato Imprese di Cuneo consegna ai parlamentari della Granda, nel consiglio aperto convocato per discutere le problematiche della legge di bilancio. Alla presenza del vicepresidente nazionale Domenico Massimino, il presidente Luca Crosetto e i vertici provinciali dell’associazione di categoria che rappresenta 9mila imprese con circa 50mila dipendenti hanno elencato tutto quello che a loro giudizio non va nella manovra. E se non è una bocciatura completa, poco ci manca: “Il 73% degli interventi previsti nella manovra 2020 servono a congelare le clausole Iva, solo il 2,2% vanno a sostenere gli investimenti” spiega il direttore generale di Confartigianato Cuneo Joseph Meineri. In cima alla lista degli ‘emendamenti prioritari’ alla legge di bilancio proposti dai rappresentanti delle imprese artigiane c’è l’abolizione dell’ecobonus. Qui il giudizio è categorico: gli artigiani stimano mancati investimenti per 3331 milioni di euro nell’arco di cinque anni e la perdita di 25mila posti di lavoro qualora la norma venisse approvata così com’è ora. Ma non mancano le critiche ad altri aspetti ‘caldi’ della manovra: si chiede a gran voce l’abolizione della plastic tax, alla luce del fatto che “già oggi sulle imprese gravano i prelievi del contributo ambientale Conai richiesto per gli imballaggi in plastica”. Stesso discorso per il taglio dei rimborsi sulle accise per il gasolio commerciale: “Impossibile escludere euro 3 e euro 4 in assenza di un piano pluriennale per il rinnovo del parco circolante. Il settore pesa per meno del 5% delle emissioni climalteranti”. Le imprese di Confartigianato chiedono inoltre di estendere alle aziende con meno di nove dipendenti il credito d’imposta formazione 4.0 e di prorogare il ‘bonus verde’, che nella precedente finanziaria copriva il 36% delle spese per la sistemazione del verde privato fino a 5mila euro. “Da settembre abbiamo perso 200mila euro di lavori e come noi molte altre aziende” lamenta Francesca Nota, dicendosi “sinceramente preoccupata” per l’ecobonus a nome dei giovani imprenditori: “Solo chi ha alle spalle grandi fornitori potrà permettersi di farvi fronte”. Le fa eco Ettore Basso, rappresentante degli impiantisti: “Una norma costruita su misura per le multi-utility. Per noi un enorme atto di concorrenza sleale, perché non potremo mai confrontarci con giganti come Enel X”. Il senatore Mino Taricco ha presenziato, unico esponente della maggioranza, insieme ai colleghi Marco Perosino e Giorgio Bergesio. A suo giudizio “l’ecobonus è un provvedimento di cui nessuno avrebbe sentito la mancanza, ma è difficile che ora venga cancellato”: per questo, aggiunge il parlamentare dem, “stiamo cercando di creare un ventaglio di possibili soluzioni in rapporto con le categorie”.

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