CUNEO - Confindustria e Ance Cuneo dicono no allo 'split payment'

Conosciuto anche come scissione dei pagamenti, implica che in caso di cessioni o prestazioni per le pubbliche amministrazioni, il committente debba versare l'Iva direttamente all’Erario

27/06/2020 12:09

No alla proroga dello “split payment”: Confindustria Cuneo e la sezione Ance che raggruppa gli imprenditori edili della Provincia stigmatizzano la richiesta da parte del Governo Italiano all’Unione Europea di prolungare il sistema di liquidazione Iva che comporta procedure farraginose e inutili. Conosciuto anche come scissione dei pagamenti, lo “split payment” implica che in caso di cessioni di beni e prestazioni di servizi rese alle pubbliche amministrazioni, il committente debba versare l’Iva non più alle imprese, ma direttamente all’Erario. Oltre alla duplicazione di attività per le pubbliche amministrazioni, tenute a corrispondere distintamente il corrispettivo e il tributo, il meccanismo provoca inutili distorsioni alle imprese, costrette a far domanda di rimborso all’Erario per poter ottenere il credito spettante, con lungaggini e ritardi che in un momento drammatico come quello attuale, sono a maggior ragione inaccettabili.
 
"Grazie alla fatturazione elettronica è stata posta in atto un’adeguata politica di controllo sulla base dei dati disponibili per via telematica che ci ha posto all'avanguardia rispetto a quanto si fa negli altri Paesi dell'Unione europea – commenta il presidente degli Industriali, Mauro Gola - non comprendiamo, pertanto, quale possa essere la ragione di prorogare ulteriormente una misura di per sé temporanea, superata, che oggi non risponde ad alcuna concreta esigenza”.
 
Da anni chiediamo l’eliminazione di questa procedura, prevista dalla legge 190/2014 e prorogata già una prima volta nel 2017, che drena fino a 2,5 mld all’anno alle imprese - prosegue il presidente della Sezione Ance, Gabriele Gazzano -. In un momento in cui è prioritario adottare linee di azione che immettano liquidità nel sistema imprenditoriale, non possiamo che far sentire la nostra voce, censurando l’ulteriore proroga di uno strumento dannoso per i nostri associati”.

c.s.

Notizie interessanti:

Vedi altro