CUNEO - Confreria, alta velocità su via Carle: ''Serve intervento radicale e invasivo''

Il tema in Consiglio comunale. Si valuta il collegamento ciclopedonale con Cervasca. Bocciato l'abbassamento del limite ai 50km/h, ''Non è sufficiente''

s.m. 27/10/2020 12:52

 
Nell'ultimo Consiglio comunale, svoltosi ieri sera lunedì 26 ottobre, si è parlato del problema dell’alta velocità su via Carle. A interrogare l’Amministrazione comunale sul tema è stato il consigliere di Centro per Cuneo Silvano Enrici, che ha chiesto se c’è l’intenzione di provvedere a un lavoro di messa in sicurezza del tratto stradale, già programmato da diversi anni.
 
La zona dello svincolo dell'Est-Ovest, oltre al problema dell’alta velocità, registra la mancanza di un passaggio ciclo-pedonale. Negli anni i tecnici del Comune capoluogo e di Anas hanno effettuato numerosi sopralluoghi, condividendo la necessità dell’intervento, sia per la sicurezza stradale che per il miglioramento della mobilità, ma ad oggi nulla è stato fatto. Di contro il Comune di Cervasca ha ultimato nei giorni scorsi un tratto di nuova pista ciclopedonale fino al confine del comune di Cuneo, proprio nelle vicinanze dello svincolo.
 
“È in corso di valutazione la possibilità di fare una progettazione il più ampia possibile - ha detto l’assessore all’Urbanistica Luca Serale, riferito anche alla pista ciclabile  -. Negli ultimi anni la frazione ha visto stravolta la mobilità di attraversamento, oggi abbiamo una criticità fortissima in quella zona: durante i sopralluoghi ho visto sul posto frammenti di auto, derivanti da precedenti incidenti. Vogliamo portare avanti il tema di concerto con l’Anas”. L'argometno, come ricordato dall’assessore, è stato più volte richiamato dal Comitato di Quartiere, tanto che è stato inserito tra gli interventi prioritari della frazione. Durante il dibattito la consigliera di Cuneo per i Beni Comuni, Luciana Toselli, è intervenuta proponendo di abbassare il limite di velocità, oggi a 70 km/h. Idea bocciata da Serale: “ Apporre segnali senza avere la possibilità di un controllo è sì un segnale per chi guida, ma non è sufficiente. L’intervento deve essere radicale e invasivo, di modo da ridurre le cattive abitudini degli automobilisti”.

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