CUNEO - Coppie omogenitoriali, Manassero: "Mi impegno a lavorare perchè si scriva al più presto una norma"

La sindaca di Cuneo prenderà parte all'assemblea del 12 maggio, organizzata su iniziativa di Stefano Lo Russo: "C’è da colmare un divario tra ciò che ammettono le norme e la vita reale delle persone"

Patrizia Manassero (foto Jean Yves Peaudeau)

Redazione 31/03/2023 13:01

Parteciperò, il 12 maggio prossimo, all’assemblea dei sindaci e delle sindache sul tema dei diritti delle persone LGBT+ e delle loro famiglie, su iniziativa del primo cittadino di Torino Stefano Lo Russo. C’è da colmare un divario tra ciò che ammettono le norme e la vita reale delle persone, un divario tale per cui i principi costituzionali di uguaglianza e tutela della dignità della persona oggi non sono più garantiti per tutti”. A parlare è la sindaca di Cuneo Patrizia Manassero, che in una nota diffusa pochi minuti fa ha preso posizione sul tema delle coppie omogenitoriali, tema dibattuto nelle ultime settimane dopo che il Governo aveva dato indicazione al Comune di Milano di non registrare più i figli di coppie omosessuali.
 
Spiega la prima cittadina del capoluogo provinciale: “Anche noi, al Comune di Cuneo, abbiamo ricevuto richieste di riconoscimento dei figli da parte di coppie omogenitoriali: con grande dispiacere non abbiamo ancora potuto esaudirle, per la mancanza di una legge che lo permetta. Per questo, insieme agli altri sindaci e sindache, mi impegno a lavorare perché al più presto si scriva una norma che consenta il riconoscimento anagrafico dei figli e delle figlie delle coppie omogenitoriali e il matrimonio egualitario, con il conseguente accesso alle adozioni così come previsto per le coppie eterosessuali”.
 
Ieri il Parlamento Ue - in una risoluzione sullo stato di diritto nell’UE - ha “condannato le istruzioni impartite dal Governo italiano al comune di Milano di non registrare più i figli di coppie omogenitoriali”, perché ciò “porterà inevitabilmente alla discriminazione non solo delle coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto dei loro figli”, in diretta violazione diretta dei diritti dei minori previsti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza del 1989.

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